Il tasso di cambio euro/dollaro sta vivendo un momento molto difficile, a seguito del peggioramento delle prospettive economiche per la zona euro nei prossimi mesi e sui timori che gli Stati Uniti possano finire in recessione a causa del fiscal cliff. Dopo la rielezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti, i mercati finaziari sono stati avvolti da un clima di risk off generalizzato che spinto al rialzo le valute rifugio, ovvero il dollaro americano e lo yen giapponese.
target euro dollaro 2012
Euro/Dollaro sulla parità a fine 2012 secondo alcune banche d’affari
L’euro è senza dubbio il grande malato d’Europa. Sul suo futuro le previsioni di investitori, economisti e analisti finanziari si sprecano. In molti pensano che alla fine la valuta europea riuscirà a cavarsela e a risalire piano piano dai livelli correnti, mentre altri vedono all’orizzonte un tracollo del cambio euro/dollaro. All’inizio dell’anno il cambio euro/dollaro quotava poco sotto 1,30, ma nei mesi successivi era riuscito a salire fino a 1,3485.
Target Euro/Dollaro fine maggio 2012
Il tasso di cambio euro/dollaro ha toccato ieri un nuovo minimo annuale a 1,2515, che è anche il livello più basso registrato da luglio 2010. La discesa del cambio evidenzia tutte le difficoltà che sta incontrando la moneta unica europea a partire dal secondo trimestre dell’anno. L’accelerazione decisiva è avvenuta ad inizio maggio con il cambio sceso fino a 1,25 circa da area 1,3280, che ha portato la performance ad essere negativa del 6,1%. Si tratta di una perdita di rilievo per un tasso di cambio in un periodo di tempo relativamente breve.
Previsioni Euro Dollaro 3 aprile 2012
Il tasso di cambio euro/dollaro continua a muoversi all’interno di un trading range compreso tra 1.3380 e 1.3250. Ieri le quotazioni sono state nuovamente respinte sull’area di resistenza compresa tra 1.3375 e 1.3380. Da qui è partita una forte pressione in vendita, che ha riportato i prezzi sulla key-area di 1.3280. Continuano, dunque, gli alti e bassi sul cambio che si ripetono ininterrottamente ormai da almeno una settimana. Si tratta di movimenti erratici che mettono in evidenza uno stato di incertezza tra gli investitori, a seguito del ritorno dei timori sul debito dei paesi periferici europei.