Sterlina, la forte crescita preoccupa la Bce

L’economia Inglese è ritornata a far vedere i muscoli dando linfa al rally che ha spinto la Sterlina per tutto il secondo semestre del 2013. La valuta britannica si è distinta negli ultimi mesi come la migliore tra quelle dei maggiori paesi sviluppati con un salto del 10 per cento dai minimi del luglio scorso rispetto al dollaro e un saldo di +9% nei sei mesi da luglio a dicembre.

Sterlina non tornerà sopra 1,50 dollari secondo Merrill Lynch

Uno dei temi di maggiore interesse sul mercato valutario è senza dubbio la crisi della sterlina, che da inizio anno perde quasi il 10% nei confronti del dollaro americano e il 7,5% nei confronti dell’euro. La debolezza della valuta britannica riflette quella dell’economia di Sua Maestà, che rischia ancora una volta di finire in recessione. Gli ultimi dati macroeconomici evidenziano uno stato di salute pessimo dell’economia britannica. Ieri anche la produzione industriale è risultata in calo e inferiore alle aspettative.

Sterlina ai minimi da giugno 2010 sotto 1,49 dollari

La corsa al ribasso del tasso di cambio sterlina/dollaro non accenna a dare segnali di inversione. In attesa della pubblicazione dei dati sulla bilancia commerciale e sulla produzione manifatturiera nel Regno Unito (attesi per le ore 10,30), la sterlina è scesa sui minimi più bassi da fine giugno 2010 a 1,4865. A questo punto, se dovesse avvenire una fase di consolidamento sotto 1,50, è molto probabile che i prezzi possano approfondire ulteriormente al ribasso nei prossimi giorni con primo obiettivo posto a 1,47.

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Euro supera 1,31 dollari grazie alla “garanzia Draghi”

La giornata di ieri è stata caratterizzata per le decisioni in tema di politica monetaria delle banche centrali, che hanno mantenuto i tassi fermi sui minimi di sempre. La Bce ha confermato i tassi allo 0,75%, ma le indicazioni più interessanti sono arrivate dalla conferenza stampa di Mario Draghi. Il numero uno dell’Eurotower ha rassicurato gli investitori internazionali sul proseguimento dell’aggiustamento fiscale dei paesi membri dell’Ue-17, in particolare dell’Italia che secondo Draghi andrà avanti nelle riforme anche con il “pilota automatico”.

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Come difendersi se torna la crisi dell’euro secondo Bnp Paribas IP

Le nuove tensioni sullo spread dei paesi periferici dell’area euro hanno di fatto messo sotto pressione anche la moneta unica, che sui mercati valutari è in grosse difficoltà soprattutto sul dollaro americano. L’euro è sceso fin sotto 1,30 dollari, un evento che non accadeva ormai dallo scorso dicembre. Ogni volta che si ripresentano le tensioni sulla zona euro, i fund manager provano a difendersi con portfolios anti-crisi che considerano la diversificazione in monete diverse dall’euro. Tuttavia, rispetto allo scorso anno le cose sono cambiate.