
Il fondo F2i, azionista con una quota del 29,75%, si è infatti da sempre opposto a tale operazione, lamentando soprattutto tempi e condizioni inadeguate, tanto da riuscire a costringere Sea a depositare un’integrazione del prospetto informativo per mettere al corrente i potenziali investitori di alcuni eventi negativi in grado di incidere sui conti dell’azienda stessa, come il consistente calo del traffico aereo e il ritardo nei pagamenti di alcune compagnie aeree.