La Federal Reserve americana ha deciso d’iniziare a tagliare l’acquisto di titoli di stato: una decisione che sci si aspettava giungesse prima o poi, nonostante la promessa di mantenere una politica monetaria accomodante.
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Fine della corsa per i titoli di stato secondo Bill Gross (Pimco)
Il rally dei titoli di stato inizia a preoccupare money manager, economisti e banchieri che temono lo scoppio di una bolla, con il conseguente crollo delle quotazioni come avvenne già nel 1994. Il dito viene puntato contro la politica monetaria ultra-espansiva della Fed, fatta di tassi a zero e di stimoli monetari da 85 miliardi di dollari al mese. La disaffezione verso la politica monetaria adottata da Bernanke è in costante aumento. Ora anche gli hedge funds sembrano voler voltare le spalle alla Fed.
T-Bond USA rendimenti si avvicinano ai minimi storici
Il sentiment di avversione per il rischio sta favorendo la messa a punto di strategie di investimento difensive. Il contesto di fly-to-quality non sta portando gli investitori a comprare solo Bund tedeschi o altri bond pubblici dell’Europa “core”, bensì anche i titoli di stato americani che stanno sperimentando un nuovo deciso calo dei rendimenti. Nonostante gli Stati Uniti siano usciti dal club della Tripla A da agosto 2011 (dopo il downgrade di S&P) e i ben noti problemi di bilancio pubblico, i T-Bond USA restano un bene rifugio.
Guerra delle valute non esiste secondo Bernanke
Durante una conferenza alla London School of Economics, il governatore delle Federal Reserve – Ben Bernanke – ha affermato che non esiste alcuna guerra delle valute. In particolare il numero uno dell’istituto di Washington ha sotttolineato che gli Stati Uniti non hanno dato il via a nessuna guerra valutaria, mettendo in campo misure di politica monetaria espansive. Bernanke ha dichiarato che molte banche centrali di paesi sviluppati non stanno utilizzando strategie di politica monetaria accomodanti per svalutare la propria valuta, ma stanno mantenendo tassi bassi per rilanciare la crescita.