Misure del governo sui mutui a tasso variabile

Nonostante gli esperti hanno tranquillizzato le famiglie con un mutuo a tasso variabile, spiegando loro che a fronte del recente aumento dei tassi di interesse e degli attesi e ulteriori incrementi nel corso dei prossimi mesi non sempre conviene passare al fisso in quanto si tratta di una scelta che comporta un maggior esborso a fronte di una convenienza futura e non certa, il governo ha deciso di intervenire per aiutare le famiglie che hanno sottoscritto un mutuo di questo tipo e che nel corso del prossimi mesi potrebbero veder lievitare la rata mensile.

L’intervento del governo si tradurrà in una norma inclusa nel decreto per lo sviluppo che il Consiglio dei Ministri approverà il prossimo 6 maggio e che è frutto della collaborazione tra il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari.


Secondo le prime indiscrezioni le misure che potrebbero essere introdotte sono due. La prima consisterebbe in una nuova moratoria che però secondo alcune associazioni di consumatori non risolverebbe il problema ma si limiterebbe solo a rimandarlo. La seconda, invece, consisterebbe nell’introduzione di nuove agevolazioni nei confronti di chi decide di optare per una rinegoziazione del mutuo passando dal tasso variabile al tasso fisso, attuando un congelamento dell’attuale livello dei tassi. In questo caso, dunque, per un mutuo a dieci anni si applicherebbe un tasso del 3,5%-3,6% maggiorato dello spread, ossia del tasso aggiunto da ogni banca e che in poche parole rappresenta il loro guadagno.

Nel frattempo le famiglie con un mutuo a tasso variabile, soprattutto quelle che hanno iniziato a rimborsare il finanziamento da poco tempo, stanno già seriamente valutando la possibilità di optare per una surroga del mutuo o di rinegoziare un mutuo, dando un’occhiata ai mutui a tasso variabile più convenienti, ai mutui a tasso fisso più convenienti e ai mutui con cap più convenienti.