
La settimana scorsa, infatti, gli spread degli stati periferici dell’area euroa hanno registrato un incremento per effetto dell’incertezza sulla possibilità che venga varato un altro pacchetto di aiuti.
La settimana scorsa, infatti, gli spread degli stati periferici dell’area euroa hanno registrato un incremento per effetto dell’incertezza sulla possibilità che venga varato un altro pacchetto di aiuti.
A questo bisogna poi aggiungere le indiscrezioni di mercato secondo cui il piano di salvataggio per la banca tedesca WestLB sarebbe in bilico.
Il rialzo del dollaro, inoltre, è stato ulteriormente favorito dalla debolezza strutturale dell’euro causata ancora una volta dai timori relativi all’instabilità a livello economico e politico di diversi paesi della zona euro.
In Germania, infatti, gli ordinativi relativi al settore industriale si sono rivelati inferiori alle attese, circostanza che ha portato la moneta unica a raggiungere il livello più basso delle ultime due settimane a quota 1,3539.
Nel corso della conferenza stampa tenuta dopo la riunione del Consiglio direttivo che ha confermato i tassi di interessi di riferimento all’attuale minimo storico dell’1,00%, infatti, il presidente della Bce ha lasciato intendere che un rialzo dei tassi non avverà entro breve, deludendo di fatto le aspettative del mercato.
L’orientamento manifestato dalla Federal Reserve ha quindi confermato ulteriormente le convinzioni degli esperti, certi che il rialzo dei tassi di interessi verrà attuato prima in Europa e poi negli USA.
Secondo gli analisti a spingere al rialzo la moneta europea è stata soprattutto la percezione che l’Europa alzerà i tassi di interesse prima degli Stati Uniti, in quanto la Bce ha dato l’impressione di voler adottare una politica monetaria volta ad evitare la crescita dell’inflazione.