Investire sulle materie prime non conviene secondo Credit Suisse

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Gli analisti di Credit Suisse consigliano di non investire sulle materie prime, in quanto ritengono che le commody non siano al momento una buona opportunità di investimento.

In un recente report, infatti, oltre a sconsigliare l’investimento nelle materie prime, gli esperti della banca d’affari svizzera hanno anche individuato una serie di motivi per i quali tale tipologie di investimento è sconsigliata e poco fruttifera, come testimoniato anche dal progressivo spostamento degli investimenti dalle commody alle materie prime registrato nel corso degli ultimi mesi.

Azioni del settore petrolifero ad alto rendimento

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In un recente articolo pubblicato su Milano Finanza sono stati individuati dieci titoli azionari del settore petrolifero ad alto rendimento, sui quali quindi varrebbe la pena puntare in considerazione di quanto riferito dalle recenti statistiche, che indicano un incremento delle posizioni ribassiste sul Brent. Questo, a detta degli esperti, dovrebbe intensificare le pressioni di vendita nel breve periodo.

Tra i titoli consigliati figura Breitburn, quotato sul Nasdaq con una capitalizzazione di 1,86 miliardi di dollari. Il titolo vanta un ritorno totale ad un anno del 13,6% e un rendimento della cedola del 10%.

Settori azionari secondo il giudizio di Credit Suisse

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Quando si sceglie di puntare tutto a parte del proprio capitale sul mercato azionario occorre individuare, prima ancora dei singoli titoli da acquistare, i diversi settori azionari su cui investire.

Un aiuto al riguardo arriva dalle previsioni degli analisti e dal loro giudizio sui singoli comparti. In particolare, gli analisti di Credit Suisse in un recente report hanno indicato il loro giudizio su ciascun singolo settore azionario.

Azioni settore lusso consigliate da Citigroup

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Il settore del lusso continua a suscitare l’interesse degli investitori in quanto continua ad essere tra i pochi in grado di resistere alla situazione di crisi e all’elevata volatilità dei mercati finanziari. Non a caso sono in molti a riservare parte del proprio portafoglio azionario a tale comparto, considerato alla stregua dei settori difensivi.

Nell’ambito del comparto del lusso, gli analisti di Citigroup hanno espresso la loro valutazione su cinque titoli azionari europei facenti parte di tale settore, ovvero Swatch, Richemont, Lvmh, Hermes e Burberry.

Dettagli asta CTZ e BTP€i 25 marzo 2013

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha diposto per il giorno 25 marzo 2013 la consueta asta mensile avente ad oggetto il collocamento di CTZ (Certificati Zero Coupon) e BTP€i (BTP indicizzati all’inflazione europea).

In particolare, entro venerdì 22 marzo 2013 gli investitori potranno prenotare presso la propria banca o altro intermediario finanziario autorizzato, per un investimento minimo di 1.000 euro, i seguenti titoli di Stato:

Azioni europee ad alto dividendo nel 2013

Per chi decide di investire puntando prevalentemente sui dividendi, l’analisi condotta dagli analisti di Morgan Stanley è senza dubbio molto interessante.

Gli esperti della banca d’affari statunitense hanno infatti individuato dieci titoli azionari europei che secondo la loro analisi sono più interessanti degli altri sul fronte della remunerazione agli azionisti, in quanto offrono dividendi di elevata qualità, generosi (rendimento fino al 7,5%) e in costante crescita nel tempo. Le società indicate, inoltre, non presenterebbero rischi sul fronte di un possibile taglio delle cedole nel corso del prossimo biennio.

Titoli soggetti a Tobin tax nel 2013

La Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie entrata in vigore il 1° marzo 2013, va a colpire gli acquisti di titoli azionari aventi alla fine dell’anno precedente una capitalizzazione non inferiore a 500 milioni di euro.

Entro la fine di ciascun anno, dunque, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sulla base di apposite comunicazioni della Consob, provvede a pubblicare sul suo sito internet l’elenco dei titoli azionari che nel corso dell’intero anno successivo saranno esenti dalla Tobin tax. I titoli non inclusi nell’elenco saranno invece assoggettati alla tassa sulle transazioni finanziarie.

Investire nel mattone nel 2013

Secondo l’ultimo Legg Mason Global Income Survey, sondaggio condotto su circa 3.000 investitori, il mercato immobiliare italiano nel corso del 2013 potrebbe registrare una netta ripresa, in quanto circa il 24% degli investitori italiani intervistati ha dichiarato di voler aumentare la quota di capitale destinata a questa tipologia di investimento.

La percentuale di italiani che nel corso del 2013 vuole investire in immobili, dunque, risulta tra le più elevate al mondo, dove la media degli investitori intenzionati a puntare sul mattone nel corso di quest’anno è del 14% circa. Percentuali maggiori sono ravvisabili solo in alcune zone dell’Asia, dove però il fenomeno è legato alla crescente urbanizzazione delle zone di campagna verso le grandi città.

Portafoglio titoli consigliato da Mediobanca dopo elezioni 2013

A fronte dell’esito delle elezioni politiche di febbraio 2013 e della necessità di riflettere una maggiore percezione del rischio verso l’Italia, gli analisti di Mediobanca hanno aumentato il free risk (tasso a breve privo di rischio) portandolo dal 5,25% al 5,5%. Di conseguenza hanno apportato alcune modifiche al portafoglio da loro consigliato.

In particolare, gli esperti di Piazzetta Cuccia per quanto riguarda il portafoglio long hanno rimosso il titolo Unicredit e al contempo aggiunto Autogrill, Prysmian e Brembo.

Oro riscatti record per il maggiore Etf

L’andamento negativo dell’oro in questo inizio 2013 può essere spiegato partendo da alcune variabili-chiave. Innanzitutto, sui mercati finanziari è in costante diminuzione la richiesta di beni rifugio grazie alla minore percezione del rischio dovuta al miglioramento della crisi del debito europeo. La domanda di oro sta iniziando a mostrare segnali di cedimento molto preoccupanti e ora arriva anche la notizia dei primi riscatti sugli investimenti in Etf sul metallo fisico. Oggi l’oro quota a 1.680 dollari, ma ieri era crollato sui minimi da luglio scorso a 1.554,90 dollari l’oncia.