Il tasso di cambio euro/dollaro continua a evidenziare un andamento lateral-ribassista di breve periodo e attualmente scambia in area 1,3330 in questo inizio ottava sui mercati internazionali delle valute. Dalla riunione del G-20 di Mosca non sono arrivate dichiarazioni particolarmente rilevanti sul tema della “guerra delle valute” e quindi sulla sopravvalutazione dell’euro o l’eccessiva svalutazione dello yen. Banchieri centrali e ministri finanziari hanno liquidato la questione, affermando che la guerra valutaria semplicemente non esiste. Sul forex l’euro resta debole nei confronti del dollaro americano.
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Euro debole sul forex per timori sull’economia europea
A partire da ieri mattina sono tornate le vendite sull’euro, che sui mercati valutari è tornato a perdere valore nei confronti delle principali valute mondiali. A mettere un freno al rally della moneta unica non sono, però, i dibattiti sulla cosiddetta “guerra valutaria” bensì motivazione di carattere fondamentale. Ieri sono stati pubblicati i dati macroeconomici relativi ai pil dei principali paesi della zona euro (Germania, Francia, Italia). I risultati sono stati deludenti e inferiori alle attese, senza contare che nell’ultimo trimestre del 2012 c’è stata una contrazione dell’economia su valori negativi.
Euro verso 1,33 dollari dopo dati macro negativi
Giornata molto negativa per l’euro sui mercati internazionali, a causa della pubblicazione di una serie di dati macroeconomici che sono risultati negativi e inferiori alle attese degli analisti. In mattinata erano stati pubblicati i dati preliminari sul pil di Francia e Germania, che hanno evidenziato una flessione peggiore del previsto nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Poi è toccato al pil dell’intera area euro. Nel quarto trimestre 2012 il pil dell’Ue-17 è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Forex euro/dollaro sotto 1,34 in attesa riunione G-20
Oggi prende il via la prima giornata di riunione del G-20 di Mosca, che proseguirà per tutto il week-end. Il mercato forex dovrebbe essere influenzato molto dalle dichiarazione provenienti dai ministri finanziari e dai banchieri centrali dei paesi più industrializzati al mondo. Il tema più scottante resta quello della currency war, ovvero la guerra delle valute. Il Giappone resta nel mirino delle critiche di molti politici europei per aver dato il via a una politica di svalutazione competitiva dello yen, ma secondo il G-7 la guerra delle valute non esiste. Dello stesso avviso è anche Mario Draghi.
Forex sterlina verso 1,55 dollari sui minimi a 6 mesi
Non si ferma la discesa delle quotazioni della sterlina sui mercati valutari. Anche oggi la divisa britannica è in netto calo nei confronti delle major currencies, in particolare sul dollaro americano. Sul forex il tasso di cambio sterlina/dollaro ha aggiornato nuovi minimi a 6 mesi a 1,5532 e a questo punto sembra ormai diretto verso l’area di supporto di 1,55. Il pound perde terreno anche sull’euro, tanto che il cambio euro/sterlina è salito fino in area 0,8680, avvicinandosi ai massimi di periodo posti a 0,8715.
G7 non intende frenare svalutazione dello yen
La giornata di ieri è stata caratterizzata da una serie di dichiarazioni da parte di esponenti del G7, che hanno affrontato il tema della cosiddetta “guerra delle valute”. In attesa della riunione del G20 di Mosca, in programma tra qualche giorno, i ministri finanziari e i banchieri centrali del G7 hanno affermato che la guerra valutaria non esiste e che non sono in programma manovre per fissare obiettivi sui tassi di cambio. Anche Mario Draghi, in audizione al Parlamento spagnolo, ha dichiarato più o meno le stesse cose. Sul forex si è scatenata una forte volatilità.
Guerra delle valute non esiste secondo il G7
Negli ultimi giorni il tema della “guerra delle valute” è diventato sempre più scottante per i politici delle principali aree economiche mondiali. Alcuni paesi, Giappone e Stati Uniti in primis, perseguono da tempo una politica non dichiarata di svalutazione competitiva della propria valuta allo scopo di rilanciare la crescita e sostenere le esportazioni nei mercato globali. A pagarne le conseguenze è stato finora l’euro, che da valuta a rischio disintegrazione si è trasformato in un vero e proprio schiaccia-sassi mettendo in preallarme alcuni politici europei.
Europa divisa sulla politica del cambio dell’euro
Nel corso della riunione dell’Eurogruppo di Bruxelles, avvenuta ieri pomeriggio, i ministri finanziari dell’Ue-17 hanno discusso dell’andamento dell’euro, delle possibili ripercussioni sull’economia europea e delle eventuali strategie da adottare. Alla fine è emerso che il fronte europeo non è affatto compatto. La Francia chiede da tempo una politica del cambio dell’euro, allo scopo di frenare la corsa della moneta unica, ma la Germania non è d’accordo in quanto teme che la svalutazione competitiva dell’euro possa provocare un brusco aumento dell’inflazione.
Forex vendite sullo yen in attesa del G20
La nuova ottava sui mercati finanziari si è aperta con nuove vendite sullo yen, che nelle ultime due sedute di trading aveva mostrato un rimbalzo tecnico nei confronti delle major currencies. Oggi sul forex la divisa nipponica è nuovamente molto debole, complice l’avvicinarsi della riunione del G20 di Mosca che si terrà il 15 e 16 febbraio. Sul tavolo dei ministri delle Finanze ci sarà il tema delle politiche di svalutazione competitiva, che alcuni paesi stanno adottando per rilanciare la propria economia.
Forex rally dell’euro ai titoli di coda?
La scorsa ottava ha visto l’euro iniziare a perdere terreno nei confronti delle principali valute mondiali, dopo alcune settimane positive. Il rally della moneta unica è stato temporaneamente fermato da alcune dichiarazioni market sensitive, in particolare quelle del presidente francese Francois Hollande – che ha chiesto di frenare la corsa dell’euro – quelle giunte dalla conferenza stampa di Mario Draghi. Il numero uno della Bce ha affermato che l’euro va bene così, ma l’Eurotower terrà d’occhio l’andamento del cambio se dovessero esserci ripercussioni sulla stabilità dei prezzi e sulla crescita.