Credit Suisse scommette sul rally dell’euro

Nonostante i deludenti macroeconomici, la crisi politica italiana e l’impennata degli spread, Credit Suisse ritiene che sia conveniente restare sovrappesati sulla moneta unica. Nel suo Research Monthly per il mese di marzo 2013, la banca d’affari svizzera consiglia di tenere in portafoglio l’euro e altre valute del vecchio continente, ma anche valute asiatiche e altre monete di paesi emergenti. La view della banca elvetica viene sottolineata da Joe Prendergast, head of global forex, fixed income e credit research per Credit Suisse.

euro-dollaro

Euro può scendere sotto 1,30 dollari con la crisi politica italiana

L’instabilità politica italiana, dovuta al risultato inconcludente delle recenti elezioni, rischia di creare un effetto domino anche al resto dei paesi europei, in particolare quelli più deboli della periferia continentale. L’impossibilità nel proseguire nel cammino delle riforme e del risanamento dei conti pubblici rende l’Italia molto vulnerabile agli attacchi degli speculatori, che da agosto scorso avevano dato fiducia al paese comprando Btp e azioni italiane. Ora la situazione si sta capovolgendo, come dimostrato dal crollo di Piazza Affari e dall’impennata dello spread.

Bernanke conferma piano di acquisto asset della Fed

Ben Bernanke ha parlato ieri pomeriggio davanti alla commissione bancaria del Senato Usa. Il numero uno della Fed ha ribadito che il piano di acquisto degli asset, noto come quantitative easing (QE), proseguirà ancora fin quando non si avranno significativi miglioramenti nell’economia e nel mercato del lavoro. Secondo quanto affermato da Bernanke, il piano di acquisto di titoli di stato e titoli garantiti da mutui ipotecari andrà avanti a tempo indeterminato al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese. Il governatore della Fed ritiene che i benefici superano i potenziali rischi connessi al piano.

Euro crolla a 1,30 dollari su rischio ingovernabilità in Italia

Il voto elettorale italiano è finito sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo e sotto la lente degli investitori internazionali, che temono l’ingovernabilità del paese a causa della risicata maggioranza ottenuta dalla coalizione di centro-sinistra di Bersani sia alla Camera che al Senato. Inoltre, l’affermazione del populismo del M5S di Grillo e il clamoroso recupero di Silvio Berlusconi rischiano di far ripiombare l’Italia in un pericoloso vortice di instabilità politica e finanziaria. Sul forex l’euro è letteralmente crollato contro tutte le principali valute mondiali.

Euro sui minimi a 6 settimane sul dollaro sotto 1,32

E’ un momento negativo per la moneta unica, che risente dei segnali poco incoraggianti provenienti dagli indicatori macroeconomici dell’area euro e dell’incertezza sulle prossime scelte della Fed in tema di politica monetaria. Inoltre, a questo si aggiunge il nervosismo degli investitori per la tornata elettorale in Italia, dove si teme una clamorosa deriva populista e quindi anti-europeista in caso di vittoria di Berlusconi o Grillo. Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro è crollato ieri a 1,3160, sui minimi più bassi delle ultime 6 settimane.

euro-dollaro

Euro crolla sotto 1,3250 dollari dopo minute della Fed

Iera sera dai verbali dell’ultima riunione della Fed, avvenuta il 29 e 30 gennaio, è emerso che diversi esponenti del Fomc, ovvero il braccio operativo dell’istituto monetario di Washington, stanno facendo pressione per fermare il piano di allentamento monetario prima del previsto. Nella prossima riunione del 19 e 20 marzo prossimo si discuterà, quindi, di un possibile cambio di strategia di politica monetaria. Attualmente il piano di quantitative easing della Fed prevede l’acquisto di titoli di stato e bond garantiti da mutui per 85 miliardi di dollari al mese.

Sterlina crolla sui minimi a 8 mesi sotto 1,53 dollari

Non si ferma la corsa al ribasso della sterlina, che sui mercati valutari ha aggiornato nuovi minimi di periodo su dollaro americano ed euro. A pesare sull’andamento del pound non è solo la debolezza dell’economia britaannica, bensì la spaccatura all’interno del Comitato per la politica monetaria della Bank of England in relazione alla possibilità di aumentare o meno il piano di quantitative easing. Dai verbali dell’ultima riunione della BoE è emerso, infatti, che non c’è unanimità sulla volontà di mantenere il piano di stimolo monetario a 375 miliardi di sterline.

Euro supera 1,34 dollari sul forex grazie a Zew tedesco

Nella giornata di ieri l’indice tedesco Zew ha sorpreso il mercato. L’indice che misura le aspettative economiche in Germania ha evidenziato un risultato nettamente superiore alle attese, ma soprattutto un valore che non si vedeva dal 2010. Le borse europee hanno festeggiato la ripartenza dell’economia tedesca, mettendo a segno rialzi interessanti. Sul forex l’euro ha ripreso slancio e guadagnato terreno su dollaro e sterlina, mentre è più incerta la situazione rispetto allo yen che negli ultimi giorni sembra poter rimbalzare dopo le pesanti vendite delle ultime settimane.

Zew tedesco balza ai massimi dal 2010

A sorpresa l’indice tedesco Zew, che misura le aspettative sull’economia della Germania, a febbraio è balzato sui livelli più alti dal 2010. Gli analisti finanziari si aspettavano un dato migliore rispetto a gennaio, ma non fino a questo punto. L’indice Zew è salito a 48,2 punti, mentre il mese scorso si era attestato a 31,5 punti. Le stime di consenso erano per un incremento fino a 35 punti. Ad ogni modo si tratta del terzo rialzo mensile consecutivo. Sul forex l’euro resta stabile nei confronti di dollaro e yen.

G-20 non ferma la svalutazione dello yen

La riunione del G-20, tenutasi a Mosca sul finire della scorsa settimana, non ha portato a nessuna critica nei confronti della politica monetaria ultra-espansiva del Giappone. I leader del G-20 hanno concluso il meeting affermando che la guerra delle valute non esiste, anzi secondo Mario Draghi si tratta di un concetto fin troppo eccessivo. A conti fatti il G-20 non ha posto paletti alle strategie del paese del Sol Levante, che continuerà a portare avanti la sua politica di svalutazione competitiva dello yen per combattere la deflazione.