valute forex

Diversificazione valutaria scelta perdente negli ultimi 12 mesi

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Chi avesse puntato buona parte delle proprie fiche su valute diverse dall’euro negli ultimi 12 mesi, per i timori di un crollo della moneta unica a seguito di un peggioramento della crisi dei debiti sovrani europei, ha senza dubbio fatto un grosso errore. L’euro non solo non è crollato, ma ha anche messo a segno performance di tutto rispetto contro gran parte delle valute più importanti. Ora che le acque sono tranquille, qualche investitore inizia a pensare a una maggiore diversificazione in asset non euro nel caso in cui dovessero tornare le tensioni nell’eurozona.

Aumenta tasso di rendimento dei titoli di stato tedeschi

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La Germania ha provato, per la prima volta da 4 mesi a questa parte, un aumento del tasso di rendimento dei propri titoli di stato. Il paese teutonico ha infatti visto raggiungere il livello dei propri titoli di stato ai massimi da febbraio. Anche la Germania sarà quindi costretta a pagare di più per finanziarsi sui mercati internazionali. L’asta dei bund tedeschi con scadenza a 5 anni ha piazzato sul mercato la cifra di 3,354 miliardi euro, ma ha visto una crescita del tasso di rendimento superiori ai livelli massimi che erano stati raggiunti a febbraio.

dollaro americano

Fattori che influenzano l’andamento del dollaro

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Spesso coloro che si avvicinano al Forex trading di valute, non sono coscienti di quello che bisogna avere ben presente per poter operare senza sorprese. La prima cosa da prendere in considerazione è quella di tenere ben chiaro che il mercato Forex è regolato, e quindi dipende, da tantissimi fattori.

E’ consuetudine prendere come riferimento due fattori su tutti: l’analisi tecnica e quella fondamentale. Per poter capire bene il Forex, e quindi non imbattersi in sorprese, è opportuno anche monitorare ciò che succede nel mondo, e quindi avere sempre ben chiare quelle che sono le notizie internazionali che arrivano ogni giorno; focalizzando l’attenzione principalmente sugli eventi che possono andare ad influenzare il Dollaro americano a confronto con la moneta unica europea.

Euro resta debole nonostante Zew ai massimi da aprile 2010

L’effetto-Cipro continua a farsi sentire sul mercato dell’euro, che resta molto debole sul forex nonostante le buone indicazioni provenienti dall’indice Zew tedesco, che a marzo ha registrato un balzo fino a 48,5 punti battendo le stime degli analisti. Il valore dello Zew è tornato ai livelli di aprile 2010. Gli analisti stimavano una lieve diminuzione a 48,1 punti dai 48,2 punti di febbraio scorso. Tuttavia, l’euro resta ancora la valuta più venduta del momento, a causa delle tensioni create dal piano anti-default di Cipro con prelievo forzoso sui conti correnti.

Come investire sul forex dopo effetto-Cipro

Il piano anti-default di Cipro, messo a punto tramite un prelievo forzoso sui conti correnti bancari, ha spaventato i mercati finanziari. Il timore degli investitori è che un episodio simile possa ripetersi anche in futuro, nel caso in cui dovesse esserci la necessità di un nuovo pacchetto di aiuti finanziari per un paese in difficoltà. La reazione degli investitori è stata quella di vendere azioni e bond di paesi periferici. Sul forex l’euro è stato bersagliato dalle vendite sin da domenica notte, aprendo con un gap down dell’1% sul dollaro e del 2% sullo yen.

Euro crolla dopo salvataggio choc di Cipro

La nuova ottava sui mercati finanziari si è aperta carica di tensioni e incertezze, a seguito del salvataggio choc che Europa e Fmi hanno orchestrato per salvare la piccola isola di Cipro. Nel corso del week-end i ministri finanziari dell’Ue-17 hanno trovato un accordo politico con il governo di Nicosia per concedere un pacchetto di aiuti finanziari da 10 miliardi di euro. In cambio, però, è stata chiesta una misura choc di natura straordinaria per garantire l’affidabilità creditizia del paese.

Euro è spacciato secondo Saxo Bank

Continuano ad aumentare le posizioni di matrice catastrofista sul destino dell’euro. Sembra, infatti, che stia tornando in auge il dilemma della sopravvivenza dell’euro nel medio-lungo periodo, nonostante sul finire di luglio scorso Mario Draghi ha fatto capire a chiare lettere che è pronto a fare tutto ciò che è necessario pur di salvare la moneta unica. Ieri, in un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt, il leader del MoVimento 5 Stelle, Beppe Grillo, ha dichiarato che l’Italia è di fatto già fuori dall’euro, creando non poche preoccupazioni sull’l’integrità dell’eurozona.

Euro sui minimi a tre mesi verso 1,29 dollari

Ieri sono tornate a farsi sentire le vendite sull’euro, che ha perso quota su dollaro, yen, sterlina e altre valute minori. Il tasso di cambio euro/dollaro, che da qualche giorno era inserito all’interno di un trading range compreso tra 1,3130 e 1,2950, ha rotto gli indugi ed è tornato a scendere prepotentemente andando a perforare l’area di supporto giornaliera di 1,2950. I prezzi sono scesi fino a 1,2923, toccando il minimo più basso da oltre tre mesi. Stamattina è in corso un rimbalzo tecnico, che finora ha spinto i prezzi fino in area 1,2980.

Cambio euro/dollaro in trading range tra 1,3130 e 1,2950

Continua a muoversi lateralmente il tasso di cambio euro/dollaro, che ormai da qualche giorno alterna movimenti ribassisti in linea con il trend principale a rimbalzi tecnici spesso anche piuttosto violenti. Sul forex il cambio è attualmente inserito all’interno di un trading range compreso tra 1,3130 e 1,2950. La sensazione è che i prezzi sperimenteranno un’accelerazione solo in caso di breakout esplosivo di uno dei due livelli-chiave della fase di congestione. Stamattina il cambio è passato da 1,3060 a 1,30 dopo il dato della produzione industriale nell’area euro.

Sterlina non tornerà sopra 1,50 dollari secondo Merrill Lynch

Uno dei temi di maggiore interesse sul mercato valutario è senza dubbio la crisi della sterlina, che da inizio anno perde quasi il 10% nei confronti del dollaro americano e il 7,5% nei confronti dell’euro. La debolezza della valuta britannica riflette quella dell’economia di Sua Maestà, che rischia ancora una volta di finire in recessione. Gli ultimi dati macroeconomici evidenziano uno stato di salute pessimo dell’economia britannica. Ieri anche la produzione industriale è risultata in calo e inferiore alle aspettative.