Mario Draghi ha manifestato la preoccupazione che gli accordi finanziari che sono al vaglio per mettere in piedi sistemi anticrisi sulle banche europee finiscano per essere “inadeguati”.
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Euro è spacciato secondo Saxo Bank
Continuano ad aumentare le posizioni di matrice catastrofista sul destino dell’euro. Sembra, infatti, che stia tornando in auge il dilemma della sopravvivenza dell’euro nel medio-lungo periodo, nonostante sul finire di luglio scorso Mario Draghi ha fatto capire a chiare lettere che è pronto a fare tutto ciò che è necessario pur di salvare la moneta unica. Ieri, in un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt, il leader del MoVimento 5 Stelle, Beppe Grillo, ha dichiarato che l’Italia è di fatto già fuori dall’euro, creando non poche preoccupazioni sull’l’integrità dell’eurozona.
Draghi deve tagliare i tassi secondo Christine Lagarde (Fmi)
La prolungata recessione in Europa inizia a preoccupare il Fondo Monetario Internazionale, che è un partner dell’Ue e della Bce nell’ambito del programma di aiuti finanziari ai paesi della periferia europea maggiormente in difficoltà. Christine Lagarde, direttore del Fmi, ha espresso il suo disappunto per l’eccessiva rigidità delle autorità europee nella gestione della politica monetaria nell’area euro. Lagarde ritiene che la Bce ha ancora margine per tagliare i tassi di interesse. La signora Lagarde fa notare che finora ci sono stati miglioramenti solo dal lato finanziario, ma non a livello di economia reale.
Euro supera 1,31 dollari grazie alla “garanzia Draghi”
La giornata di ieri è stata caratterizzata per le decisioni in tema di politica monetaria delle banche centrali, che hanno mantenuto i tassi fermi sui minimi di sempre. La Bce ha confermato i tassi allo 0,75%, ma le indicazioni più interessanti sono arrivate dalla conferenza stampa di Mario Draghi. Il numero uno dell’Eurotower ha rassicurato gli investitori internazionali sul proseguimento dell’aggiustamento fiscale dei paesi membri dell’Ue-17, in particolare dell’Italia che secondo Draghi andrà avanti nelle riforme anche con il “pilota automatico”.
Euro sopra 1,30 dollari in attesa tassi Bce
Oggi è la giornata della Bce, che comunicherà ai mercati le proprie decisioni di politica monetaria. Gli investitori scontano una conferma dei tassi di interesse allo 0,75%, che resta pur sempre il minimo più basso dall’introduzione dell’euro. Tuttavia, c’è che si aspetta un’apertura da parte di Mario Draghi a un possibile taglio dei tassi nei prossimi mesi considerando che l’economia dell’area euro resta in recessione, tra l’altro particolarmente accentuata nei paesi periferici come Italia e Spagna. Sul forex l’euro prova a mantenere i supporti di breve periodo.
Forex euro/dollaro ai minimi da tre settimane verso 1,33
Il tasso di cambio euro/dollaro continua a evidenziare un andamento lateral-ribassista di breve periodo e attualmente scambia in area 1,3330 in questo inizio ottava sui mercati internazionali delle valute. Dalla riunione del G-20 di Mosca non sono arrivate dichiarazioni particolarmente rilevanti sul tema della “guerra delle valute” e quindi sulla sopravvalutazione dell’euro o l’eccessiva svalutazione dello yen. Banchieri centrali e ministri finanziari hanno liquidato la questione, affermando che la guerra valutaria semplicemente non esiste. Sul forex l’euro resta debole nei confronti del dollaro americano.
Forex euro/dollaro sotto 1,34 in attesa riunione G-20
Oggi prende il via la prima giornata di riunione del G-20 di Mosca, che proseguirà per tutto il week-end. Il mercato forex dovrebbe essere influenzato molto dalle dichiarazione provenienti dai ministri finanziari e dai banchieri centrali dei paesi più industrializzati al mondo. Il tema più scottante resta quello della currency war, ovvero la guerra delle valute. Il Giappone resta nel mirino delle critiche di molti politici europei per aver dato il via a una politica di svalutazione competitiva dello yen, ma secondo il G-7 la guerra delle valute non esiste. Dello stesso avviso è anche Mario Draghi.
G7 non intende frenare svalutazione dello yen
La giornata di ieri è stata caratterizzata da una serie di dichiarazioni da parte di esponenti del G7, che hanno affrontato il tema della cosiddetta “guerra delle valute”. In attesa della riunione del G20 di Mosca, in programma tra qualche giorno, i ministri finanziari e i banchieri centrali del G7 hanno affermato che la guerra valutaria non esiste e che non sono in programma manovre per fissare obiettivi sui tassi di cambio. Anche Mario Draghi, in audizione al Parlamento spagnolo, ha dichiarato più o meno le stesse cose. Sul forex si è scatenata una forte volatilità.
Guerra delle valute non esiste secondo il G7
Negli ultimi giorni il tema della “guerra delle valute” è diventato sempre più scottante per i politici delle principali aree economiche mondiali. Alcuni paesi, Giappone e Stati Uniti in primis, perseguono da tempo una politica non dichiarata di svalutazione competitiva della propria valuta allo scopo di rilanciare la crescita e sostenere le esportazioni nei mercato globali. A pagarne le conseguenze è stato finora l’euro, che da valuta a rischio disintegrazione si è trasformato in un vero e proprio schiaccia-sassi mettendo in preallarme alcuni politici europei.
Europa divisa sulla politica del cambio dell’euro
Nel corso della riunione dell’Eurogruppo di Bruxelles, avvenuta ieri pomeriggio, i ministri finanziari dell’Ue-17 hanno discusso dell’andamento dell’euro, delle possibili ripercussioni sull’economia europea e delle eventuali strategie da adottare. Alla fine è emerso che il fronte europeo non è affatto compatto. La Francia chiede da tempo una politica del cambio dell’euro, allo scopo di frenare la corsa della moneta unica, ma la Germania non è d’accordo in quanto teme che la svalutazione competitiva dell’euro possa provocare un brusco aumento dell’inflazione.