La crisi dell’euro continua a preoccupare gli investitori di tutto il mondo, in quanto un’eventuale spaccatura della zona euro potrebbe avere ripercussioni molto negative su tutto il sistema economico e finanziario mondiale. Il rischio di una disintegrazione della moneta unica europea è stato di recente preso in considerazione anche dai vertici europei, come Josè Manuel Barroso e Olli Rehn, mentre sono molti i paesi (ma anche grandi multinazionali) che stanno già effettuando simulazioni e stress test in caso di ritorno alle vecchie monete nazionali.
crisi euro
Target Euro/Dollaro 2012 tagliato da JP Morgan Private Bank
La crisi dei debiti sovrani europei sta peggiorando ogni giorno di più, facendo perdere continuamente valore alla moneta unica. Da inizio mese il tasso di cambio euro/dollaro è passato da 1,3280 a 1,2357 (minimo di oggi, che potrebbe anche essere aggiornato), evidenziando una performance negativa del 7,5% circa. Gli ultimi eventi politico-economici relativi alla Grecia e la Spagna hanno portato gli analisti di JP Morgan Private Bank a rivedere le loro stime sul tasso di cambio euro/dollaro da qui a un anno.
Target Euro/Dollaro fine maggio 2012
Il tasso di cambio euro/dollaro ha toccato ieri un nuovo minimo annuale a 1,2515, che è anche il livello più basso registrato da luglio 2010. La discesa del cambio evidenzia tutte le difficoltà che sta incontrando la moneta unica europea a partire dal secondo trimestre dell’anno. L’accelerazione decisiva è avvenuta ad inizio maggio con il cambio sceso fino a 1,25 circa da area 1,3280, che ha portato la performance ad essere negativa del 6,1%. Si tratta di una perdita di rilievo per un tasso di cambio in un periodo di tempo relativamente breve.
Nuova asta LTRO della BCE a luglio 2012 secondo JP Morgan
La seduta di ieri è stata caratterizzata da un buon rialzo per le borse europee, ma soprattutto una forte discesa degli spread sovrani. Inoltre, l’euro non è crollato rispetto alle altre valute e sembra finalmente essere in grado di mantenere i supporti di breve periodo. A dare ossigeno al sistema finanziario della zona euro è stata JP Morgan, che si aspetta nuovi interventi di stimolo monetario della BCE nel breve periodo. Secondo la banca americana, l’Eurotower sarà costretta a intervenire nuovamente a causa della recessione e dell’emergenza nel settore bancario.
Piano d’emergenza UE per uscita Grecia dall’euro
Ieri è stata una giornata molto negativa per le borse europee e per la moneta unica europea. Le forti vendite hanno portato a bruciare altri 140 miliardi di capitalizzazione in Europa: nell’intraday la borsa di Milano aveva superato una perdita del 4%. A far crollare nuovamente le borse continentali e l’euro è stata la notizia, diffusa a margine del vertice straordinario UE, della preparazione di un piano B in vista dell’uscita della Grecia dall’unione monetaria. L’indicazione sarebbe arrivata dai funzionari del team di lavoro dell’Eurogruppo.
Previsioni cambio Euro/Dollaro 23 maggio 2012
Ieri è stata una seduta molto positiva per le piazze finanziarie europee, in particolare per la borsa di Milano che ha guadagnato il 3,41%. Giù anche gli spread sovrani, nonostante l’asta dei titoli spagnoli a 3 e 6 mesi abbia evidenziato ancora una salita dei rendimenti. Tuttavia, a Wall Street – innervosita dai timori sull’esposizione di JP Morgan sui derivati e dal continuo crollo delle azioni di Facebook – le cose si sono messe male nel finale di seduta e c’è stata una chiusura negativa. A quel punto c’è stata una reazione sui mercati valutari, dove si è assistito a un nuovo crollo dell’euro.
Piano UE-BCE per evitare crisi dell’euro
Le quotazioni attuali dell’euro nei confronti delle principali valute (dollaro, yen, sterlina) dovrebbero incorporare gran parte della probabilità di un’uscita della Grecia dall’unione monetaria. Tuttavia, a preoccupare i policy makers europei non è solo il paese ellenico, bensì soprattutto la possibilità di un effetto-contagio ad altri paesi (non solo periferici): Spagna, Portogallo, Italia, Irlanda, Belgio e forse anche la Francia. I timori per una grave crisi di liquidità in Spagna, stanno spingendo UE e BCE a preparare un piano anti-crisi sufficientemente robusto per fronteggiare eventuali crolli della fiducia.
Grecia sempre più vicina a uscire dall’euro
Ieri in Grecia è fallito il tentativo di formare un nuovo governo tecnico, sulla falsariga dell’esperienza italiana con l’esecutivo Monti. Il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, ha dichiarato che non ci sono i presupposti per costituire un governo di unità nazionale e che a giugno si tornerà alle urne. Si tratta di un voto che si trasformerà indirettamente in un referendum sulla permanenza o meno del paese nella zona euro. Dal voto stesso dovrebbe emergere il partito di sinistra radicale Syriza, che si oppone alle misure di austerità imposte da Ue e Fmi.
Grecia fuori dall’euro se non rispetta le regole secondo Barroso
Ieri è avvenuto un timido tentativo dei mercati di ristabilire un minimo di ottimismo, in un clima che in generale resta ancora favorevole alla scarsa assunzione di rischi. Tuttavia, gli spread restano ancora sotto pressione, ma anche borse, settore bancario e moneta unica. Intanto, in Grecia l’ex ministro delle Finanze e leader del Pasok, Venizelos, ha avuto l’incarico di formare un nuovo governo dopo che sia il leader del partito conservatore Nea Dimokratia che quello della sinistra radicale (Syriza) avevano gettato la spugna.
Crisi dell’euro maggio 2012
L’impasse politico in Grecia non ha permesso al leader del partito di sinistra radicale, Alexis Tsipras, di riuscire a formare un nuovo governo contribuendo ad aumentare l’incertezza sul paese ellenico. Banche d’affari, analisti finanziari e agenzie di rating ritengono sempre più possibile l’uscita della Grecia dall’euro anche se non dovrebbe esserci lo scioglimento dell’unione monetaria. La comunità internazionale aspetta di sapere quali siano le reali intenzioni di Atene, ma nel frattempo è stato congelato un miliardo di euro di aiuti.