
La decisione di continuare ad adottare una politica monetaria espansiva è stata dettata dalla necessità di correre in soccorso ad un’economia sempre più in difficoltà e che rischia una nuova recessione.
La decisione di continuare ad adottare una politica monetaria espansiva è stata dettata dalla necessità di correre in soccorso ad un’economia sempre più in difficoltà e che rischia una nuova recessione.
Nel corso della seduta asiatica, in particolare, l’euro ha toccato un nuovo minimo nei confronti del franco svizzero a 1,0605 franchi per poi ritracciare e segnare un rialzo dello 0,37% a 1,072 franchi.
La moneta giapponese ha infatti registrato una flessione del 2,7% contro il dollaro, in particolare le autorità finanziarie giapponesi sono intervenute per un ammontare pari a circa 800-900 miliardi di yen.
Nonostante il Congresso sia finalmente riuscito ad arrivare ad un accordo sull’innalzamento del debito Usa e che è riuscito di fatto ad evitare il default degli Stati Uniti, il franco svizzero ha guadagnato terreno anche nei confronti del dollaro mantenendosi su livelli record.
Un ulteriore rafforzamento del dollaro con ogni probabilità si verificherà dopo le 18 ora italiana, quando l’accordo relativo all’innalzamento sul tetto del debito USA passerà al vaglio del Senato a maggioranza democratica, dove non ci dovrebbero essere problemi sull’approvazione definitiva del provvedimento.
A risollevare l’andamento del biglietto verde è stato infatti l’annuncio arrivato nel corso della notte dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha finalmente comunicato il raggiungimento di un accordo da parte dei leader repubblicani e di quelli democratici.
Il calo dell’euro è però limitato nei confronti del dollaro a causa della debolezza strutturale del biglietto verde, a sua volta colpito dai timori su un possibile default degli Stati Uniti.
Di questa debolezza, tuttavia, non è riuscito a beneficiarne il dollaro, allo stesso tempo colpito dai timori su un possibile default degli Stati Uniti a causa dell’eccessiva lentezza con cui i membri del Congresso stanno cercando di arrivare ad un accordo per fissare un nuovo tetto di indebitamento del paese.
La tensione deriva dal fatto che i membri del governo statunitense sembrano essere ancora lontani dal raggiungere un accordo, nonostante alla scadenza del 2 agosto manca ormai solo una settimana. Se entro tale termine non si dovesse arrivare ad un accordo, infatti, per gli Stati Uniti significherebbe default certo.
A causare il nuovo calo della divisa europea a vantaggio del biglietto verde sono state ancora una volta le agenzia di rating, in particolare Moody’s che ha attuato un downgrade sulla Grecia. Moody’s ha infatti nuovamente attuato un taglio del rating sul debito di Atene portandolo da “Caa1” a “Ca”, ovvero ad un passo dalla soglia prestabilita di default.