Secondo i dati raccolti dal Fondo Monetario Internazionale, a settembre 2012 è avvenuta una diminuzione delle riserve auree delle abnche centrali. E’ la prima volta che accade da inizio anno. Le vendite hanno toccato le 4,5 tonnellate e sono arrivate soprattutto dalle banche centrali di Russia e Bielorussia. Hanno venduto molto anche Messico, Repubblica Ceca e Kazakhstan. Il Venezuela ha invece comunicato in ritardo si aver venduto ad agosto scorso 3,7 tonnellate di lingotti d’oro. In controtedenza troviamo il Brasile.
banche centrali oro
Banche centrali aumentano riserve di oro nel 2012
Le banche centrali continuano ad aumentare le loro riserve di oro, sostenendo la domanda che aveva già sperimentato un deciso incremento a seguito del lancio del terzo round di allentamento monetario della Federal Reserve, ovvero il QE3. Ieri le quotazioni dell’oro spot avevano sfiorato 1.775$ l’oncia, per poi chiudere in calo a 1.760$ dopo la brusca inversione del sentiment sui mercati che aveva portato anche a forti ribassi a Wall Street. La quotazione dell’oro resta molto sostenuta e solo pochi giorni fa è stato toccato un nuovo massimo a 6 mesi a 1.787$ l’oncia.
Russia aumenta riserve d’oro ai massimi dal 1993
Lo scorso mese le banche centrali si sono messe in moto per rimpinguare le loro riserve auree, approfittando dei forti cali del prezioso metallo giallo sui mercati internazionali. Nei primi sedici giorni di maggio il prezzo dell’oro era sceso fin sotto 1.530 dollari l’oncia da un massimo in area 1.670 dollari, cioè una caduta delle quotazioni del 9,5% circa. Da quel momento il prezzo del gold ha cominciato a oscillare in modo erratico, senza mostrare un trend di fondo direzionale.
Target prezzo Oro giugno 2012
La notizia degli aiuti finanziari che la Spagna otterrà per ricapitalizzare le banche locali ha creato i presupposti per un maggiore appetito per il rischio. Con l’inizio della nuova ottava sono in forte rialzo le borse (in particolare le banche) e l’euro, ma anche l’oro. Il prezioso metallo giallo ha perso da tempo lo status di bene rifugio e tende a muoversi in scìa all’andamento del dollaro americano oppure sulle aspettative di nuove mosse di politica monetaria espansiva della Federal Reserve.