La seduta di ieri è stata caratterizzata da movimenti intraday molto “sospetti” sul mercato del petrolio. E’ stata senza dubbio una giornata con bassi volumi, anche a causa della festività ebraica di Rosh Hashanah, ma nel finale di seduta si è assistito a un improvviso crollo delle quotazioni del Brent di più di cinque dollari al barile nel giro di tre minuti. I volumi si sono quasi centuplicati con una velocità incredibile, tanto che il prezzo del petrolio Brent future quotato al Nymex è sceso fino a 111,65$ al barile.
Tuttavia, nel giro di pochi minuti è tornato a salire con grande velocità per poi chiudere a 113,79$ al barile per una perdita giornaliera del 2,46%. Lo stesso movimento è avvenuto anche sul petrolio Wti. Infatti, il Light Crude Oil future è improvvisamente crollato fino a 94,65$ al barile per poi andare a chiudere a 96,62$ con una performance giornaliera negativa del 2,4%.
Ma chi è stato a provocare questo crollo, avvenuto intorno alle ore 19.50 ora italiana? L’ipotesi più concreta è che il movimento sia stato originato dall’aggressività nell’immissione e chiusura degli ordini di un high frequency trading, ovvero i sistemi di trading automatici ad alta velocità. Il petrolio Wti ha formato un pattern ribassista noto come “bearish engulfing”, figura di inversione del trend molto potente.
La formazione di questo pattern grafico potrebbe anticipare l’inversione della tendenza rialzista, dopo che il breakout di 100$ al barile sembra al momento fallito. Appena due giorni fa il greggio americano era salito fino a 100,42$ al barile, sui livelli più alti degli ultimi 4 mesi, mentre il Brent future aveva toccato 117,63$ al barile.