Negli ultimi giorni è tornato forte l’interesse sull’oro, che ha beneficiato della riconferma di Barack Obama alla Casa Bianca. Infatti, Obama non ha mai nascosto la propria intenzione di voler continuare a sostenere la politica monetaria ultra-espansiva della Federal Reserve, fin quando non si vedranno significativi miglioramenti dal alto della crescita e dell’occupazione. Così, la politica dei tassi a zero e le costanti iniezioni di liquidità dovrebbero favorire anche per molto tempo la quotazione del prezioso metallo.
La volatilità giornaliera dell’oro è però aumentata molto negli ultimi giorni. Dopo aver messo in archivio le elezioni presidenziali americane, il metallo giallo ha mostrato più volte un’iperattività intraday tale da ingannare spesso i trader sulla reale direzione dei prezzi. A contribuire all’aumento della volatilità del cambio sono state le crescenti preoccupazioni per il fiscal cliff americano, le tensioni sugli indicatori macroeconomici europei e i movimenti del cambio euro/dollaro.
Le banche d’affari e i grandi broker internazionali non vedono all’orizzonte segnali di rallentamento della corsa al rialzo dei prezzi, che si è fermata ad inizio ottobre scorso poco sotto 1.800 dollari l’oncia. Sul lungo termine il team Private Bank Forex & Commodities di Jp Morgan ha una view sull’oro sempre molto positiva. Le motivazioni principali a sostegno della tesi degli esperti della banca americana sono il proseguimento della politica monetaria ultra-espansiva della FED e la debolezza del dollaro americano.
Secondo gli analisti di Jp Morgan, grazie all’attuale contesto di tassi ai minimi storici, il rapporto costo/opportunità nel detenere oro è su valori molto bassi. Insomma, la banca ritiene sia giusto tenere in portafoglio il metallo prezioso, in vista di una sua immineente rivalutazione. Jp Morgan stima un target a 12 mesi a 1.975 dollari l’oncia, aspettandosi anche un aumento della domanda in India e delle banche centrali.