Se ieri, infatti presso il LSE (London Stock Exchange) l’oro raggiungeva 1.579 dollari l’oncia, oggi, all’apertura del NYSE (New york Stock Exchange) saliva a quota 1.579,70 dollari l’oncia.
Un aumento considerevole, dunque, che, soltanto nell’ultima settimana, è stata del 10%.
Il movimento rialzista, però, è destinato a restar tale per altri 10 anni, e c’è chi afferma, tra i più estrosi analisti, che entro fine anno le quotazioni potrebbero raddoppiare, segnando aumenti compresi tra i 1.500 e i 1.600 dollari l’oncia.
Il legittimo spauracchio di una probabile bolla speculativa, comunque, è stato liquidato in fretta dalla maggior parte dei tecnici i quali affermano come non vi siano i presupposti per il ripresentarsi, nel breve periodo, delle condizioni che causarono l’ultima bolla dell’oro del 1979 (quando vi fu una quadruplicazione delle quotazioni).
Piuttosto, assicurano gli esperti, possiamo notare come i maggiori mercati stiano lanciando segnali confortanti in questo senso (numerosi e consistenti acquisti di lingotti da parte di alcune banche centrali e delle medie borghesie cinesi e indiane, intenzionate a conquistare valori e status sociale).