Non è un momento molto positivo per i metalli preziosi, che a partire da questo mese hanno innescato la retromarcia dopo uno straordinario rally avvenuto tra metà agosto e fine settembre. La quotazione dell’oro è in calo anche oggi, mentre l’argento ha toccato il minimo più basso da oltre un mese in area 32,2 dollari l’oncia. Lo scorso primo ottobre, invece, il prezioso metallo grigio aveva toccato il top più alto da marzo 2012 poco sotto 35,4 dollari l’oncia.
Tuttavia, molti analisti ritengono che la quotazione dei metalli preziosi possa aumentare ancora molto nel corso dei prossimi mesi e già entro fine anno è probabile che sia l’oro che l’argento possano segnare nuovi record annuali. In realtà, il peggioramento del quadro tecnico di breve periodo invita a maggiore cautela. L’oro sembra proiettato verso un ritorno in area 1.700$ l’oncia, mentre l’argento potrebbe rivedere area 30$ l’oncia.
Ciò vuol dire che nel breve periodo è conveniente aspettare nuove probabili discese dei prezzi, prima di posizionarsi al rialzo in linea con le stime della stragrande maggioranza di broker e banche d’affari internazionali. Qualche giorno fa la banca elvetica Credit Suisse aveva alzato le stime per il biennio 2013-2014 sia sull’oro che sull’argento. Per ciò che concerne il metallo grigio, Credit Suisse ha incrementato la view per il prossimo anno alzando il prezzo medio del 13% a 33,1 dollari da 29,2 dollari.
Le aspettative di futuri rialzi dei metalli preziosi si sono rafforzate a seguito del lancio del terzo round di allentamento monetario (QE3), annunciato dalla FED lo scorso 13 settembre. Le grandi banche d’affari stimano un deprezzamento del dollaro americano nel medio-lungo periodo, a causa delle continue iniezioni di liquidità della FED che dovrebbe favorire l’apprezzamento di monete non stampabili come appunto i metalli preziosi, che consentono anche un buon riparo dall’incremento dell’inflazione.