Secondo quanto rivelato dal quotidiano, dunque, l’azienda avrebbe dato mandato a Mediobanca di individuare le alternative strategiche in grado di massimizzare ricavi e redditività dell’impresa sia nel medio che nel lungo periodo.
Tra le possibili alternative ci sarebbe quella dello sbarco in Borsa oppure quella dell’ingresso in un fondo di investimento. Entrambe le opzioni implicano però necessariamente un mutamento della forma mentale dell’azienda stessa, dal momento che il peso delle famiglie azioniste dovrà necessariamente diminuire, sia in termini di gestione che di capitale. La base azionaria è infatti costituita dalle famiglie dei tre fratelli: Francesco Amadori che detiene una quota del 69%, Arnaldo Amadori con una quota del 23% e Germano Lucchi con una quota dell’8%.
L’amministratore delato del gruppo, Flavio Amadori, ha affermato che l’azienda è convinta che ci siano tutti i presupposti per crescere e per dare soddisfazioni a chi investe, sottolineando come nonostante la voglia di evolvere le famiglie attuali azioniste del gruppo sono determinate a restare nella compagnia sociale, seppur dovendo necessariamente andare a sacrificare parte delle loro quote azionarie.