La scorsa settimana si è conclusa con un poderoso rally intraday dei metalli preziosi. L’oro ha rotto gli indugi ed è uscito alla grande da una fase di congestione con bassa volatilità, che stava caratterizzando il mercato del metallo giallo da alcuni giorni. La quotazione dell’oro è passata da area 1.735 dollari a 1.754 dollari l’oncia, salendo così sui livelli più alti da metà ottobre scorso. Forti acquisti anche sull’argento, che è volato fin sopra 34 dollari e che secondo Thomson Reuters Gfms potrà superare quota 50 dollari nel 2013.
Il rialzo dell’oro non sorprende molto. Infatti, da qualche tempo banche d’affari, broker internazionali e grandi investitori mondiali continuano a ripetere che il metallo prezioso ha ancora ampi margini di crescita grazie alla politica ultra-espansiva delle banche centrali più importanti. Jim Sinclair, uno dei più noti commentatori di questo mercato, ha dichiarato che il quantitative easing della FED proseguirà all’infinito perché non ci sono strade alternative da seguire.
L’oro, dopo aver smaltito la fase di ipercomprato tra inizio ottobre e inizio novembre, ha ripreso a salire dai minimi di periodo di area 1.672 dollari l’oncia toccati lo scorso 5 novembre. Da allora la quotazione dell’oro è aumentata del 4,9%. Qualche giorno fa Exane ha alzato il target price a 12 mesi a 1.900 dollari l’oncia. Anche altri broker continuano a comunicare target molto elevati per il metallo giallo, spesso compresi tra 1.900 dollari e 2.000 dollari l’oncia.
L’oro ha ripresa la sua marcia rialzista da quando Obama è stato confermato alla Casa Bianca, dopo le elezioni presidenziali americane del 6 novembre scorso. Da allora, grazie anche al maggiore appetito per il rischio sui mercati finanziari, la quotazione dell’oro è aumentata in modo costante. Per fine anno è atteso un nuovo test dell’area di resistenza di 1.800 dollari, mentre all’inizio del 2013 potrebbe esserci un allungo verso i massimi storici di area 1.921 dollari l’oncia.