Le politiche di quantitative easing e di azzeramento dei tassi di interesse adottate dalla FED sono da alcuni anni i fattori che calamitano l’attenzione degli investitori sul lingotto. Da quando la Federal Reserve ha aperto i rubinetti della liquidità nell’autunno del 2008, l’oro ha più che raddoppiato il suo valore raggiungendo un anno fa il massimo di sempre a 1.920$ l’oncia.
Ora che la FED ha annunciato anche che i tassi resteranno su livelli eccezionalmente bassi fino alla metà del 2015 sui minimi di sempre vicino allo zero, l’oro ha ancora importanti margini di rialzo se si considera il contesto di mercato potenzialmente a rischio inflazione e con il denaro cartaceo sempre più svalutato. Il boom dell’oro dovrebbe quindi proseguire ancora e nel brevissimo periodo è più che probabile il raggiungimento di 1.800$ l’oncia.
Gli investitori istituzionali sono posizionati al rialzo e sono pronti a scommettere sul raggiungimento dei precedenti top assoluti entro fine anno, ma soprattutto della soglia psicologica dei 2.000$ l’oncia nella prima parte del 2013. Nell’ultimo mese il prezzo dell’oro sul mercato Comex è salito del 10%.