Negli ultimi giorni stiamo assistendo a un ritorvato interesse sull’oro, complice la riconferma di Barack Obama alla Casa Bianca. Infatti, Obama continuerà a sostenere le politiche di stimolo monetario della Federal Reserve, mentre Mitt Romney aveva intenzione di cambiare la guida della FED e la politica dei tassi a zero. L’oro ha ritorvato lo smalto perso da inizio ottobre scorso, quando era riuscito a segnare un massimo di periodo a 1.796 dollari l’oncia.
Basta pensare che il 5 novembre scorso l’oro era sceso sui minimi a due mesi a 1.672 dollari, ma da allora ha recuperato fino a quasi il 4% del proprio valore sfiorando quota 1.740 dollari. Ora la quotazione dell’oro è di 1.724 dollari l’oncia. Nel settore aurifero si sta diffondendo un nuovo clima di ottimismo. Secondo Jamie Sokalski, ceo di Barrick Gold, il prezzo dell’oro raggiungerà 2.000 dollari l’oncia nel 2013 e forse riuscirà anche a sfondare questa soglia psicologica.
La minaccia del fiscal cliff negli Stati Uniti è un altro motivo che fa pensare a un ritorno dell’oro su livelli molto più alti dei valori correnti. Secondo gli analisti finanziari l’apprezzamento dell’oro dipenderà anche dalle correlazioni intermarket. Infatti, negli ultimi tempi l’oro si è mosso al rialzo solo nelle fasi di maggiore euforia sui mercati, perdendo così il suo status di bene rifugio.
Dal lato della domanda ci sono segnali di risveglio dall’India, anche se il forte calo della rupia contro il dollaro potrebbe frenare le richieste di gioielli dei consumatori indiani. La Cina, invece, dovrebbe superare proprio l’India come primo consumatore al mondo di oro secondo il World Gold Council.