A rivelarlo è uno studio di Morgan Stanley, secondo cui un apprezzamento della moneta unica europea del 10% comporta una riduzione degli utili delle società quotate del 3% circa.
Come se non bastasse, un rafforzamento dell’euro potrebbe anche contribuire a rendere più difficile una ripresa dell’economia, in quanto secondo lo studio un aumento sempre del 10% del valore della valuta europea potrebbe comportare una contrazione dello 0,5% del prodotto interno lordo.
L’analisi della banca d’affari statunitense è basata soprattutto su dati storici, che testimoniano come spesso un euro forte è stato negativo per le borse europee. Non manca però un impatto diverso a seconda dei singoli settori, in particolare lo studio evidenzia come un euro forte risulti positivo per il settore delle utilities, il settore immobiliare, il settore alimentare e il settore delle costruzioni. Al contrario, invece, risultano danneggiati i settori tecnologico, finanziario e auto.
Per quanto riguarda i singoli titoli, gli analisti di Morgan Stanley citano tra quelli che più degli altri dovrebbero risentire negativamente di un eventuale apprezzamento dell’euro Luxottica, Sanofi, Bayer, Eni, Tod’s e Diasorin.