L’indagine, in particolare, è finalizzata a verificare se la banca abbia violato o meno l’obbligo di astenersi da rapporti con l’Iran, in virtù delle restrizioni riguardanti non solo l’embargo sul greggio ma anche le transazioni finanziarie delle banche iraniane.
La notizia in realtà non è nuova, come testimonia anche l’andamento del titolo, che ne risente solo in maniera marginale. L’esistenza di un’inchiesta delle autorità Usa su HypoVereinsbank, infatti, era già stata citata sia nella relazione finanziaria annuale consolidata 2011 che in quella semestrale resa nota il 30 giugno 2012. In entrambi i casi Unicredit aveva provveduto ad informare dell’indagine promossa dalle autorità statunitensi in merito alle norme antiriciclaggio, alle sanzioni economiche e al contrasto a finanziamenti al terrorismo, sottolineando la sua piena collaborazione con le autorità e informando inoltre dello svolgimento al contempo di un’indagine interna sulle operazioni oggetto dell’inchiesta.
Gli analisti sono concordi nel ritenere che la pubblicazione della notizia influirà solo in maniera lieve sull’andamento del titolo, in quanto come già anticipato si tratta di un qualcosa di già noto. Alcuni esperti hanno però fatto notare che Unicredit non ha fornito dettagli su eventuali accantonamenti, utili qualora tale inchiesta dovesse sfociare in una sanzione, per cui si suppone che non siano stati disposti. Se tale presentimento dovesse essere vero, la banca sarebbe senza dubbio esposta ad un rischio piuttosto elevato, soprattutto se si considera che nelle scorse settimane Standard Chatered ha ricevuto una multa di 340 milioni di dollari per aver violato le norme contro l’embargo verso l’Iran.