La decisione è stata presa a fronte di una serie di fattori negativi, come l’aumento della pressione fiscale e la riduzione del prezzi dell’energia, associati ad un elevato indebitamento, visto dal broker a 56 milioni di euro nel 2012.
Proprio riguardo all’elevato livello di indebitamento la banca d’affari ha affermato che la restituzione del debito per Enel continua ad essere una priorità, motivo per il quale prevedono che il colosso energentico mantenga il payout, ovvero la quota di utili distribuita agli azionisti, al 40% per almeno due anni. Se le previsioni degli analisti dovessero rivelarsi veritiere, dunque, il rendimento di Enel sarà inferiore al 5% e quindi sotto la media dei competitor.
UBS ritiene inoltre che, sempre a fronte della necessità di ridurre il prima possibile il suo debito, Enel possa decidere di attuare un piano di dismissioni per oltre sei miliardi di euro. In particolare, il broker indica le attività del colosso energetico nell’Est Europa come quelle più adatte ad essere vendute.
Risorse nelle casse di Enel dovrebbero arrivare a breve dall’aumento di capitale di Enersis, che per la società energetica italiana dovrebbe significare nuovi introiti per circa 2,3 miliardi di dollari, tuttavia tali risorse sono già state destinate all’acquisizione di minorities, al finanziamento delle attività di M&A e agli investimenti del gruppo in America latina.