Secondo la banca d’affari statunitense, dunque, il titolo della controllata di Enel attiva nel campo delle energie rinnovabili non è più da acquistare.
Sulla decisione della banca d’affari ha senza dubbio influito l’estensione della cosiddetta Robin tax alle aziende del settore energetico, così come stabilito dalla manovra finanziaria predisposta dal governo per fronteggiare la situazione di crisi. In forza di tale misura, ricordiamo, le aziende attive nel comparto dell’energia i cui ricavi annui superano i 10 milioni di euro subiranno nel corso dei prossimi tre anni d’imposta un incremento di quattro punti percentuali dell’addizionale Ires sui bilanci.
[BILANCIO ENEL GREEN POWER PRIMO SEMESTRE 2011]
Come ha spiegato l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti nell’ambito di un suo intervento a margine del workshop Ambrosetti, l’impatto di tale tassa non è ancora quantificabile, per poter formulare un stima anche solo approssimativa è necessario attendere la versione definitiva del testo.
[ACQUISTO AZIONI ENEL GREEN POWER CONSIGLIATO DA GOLDMAN SACHS]
Al momento quel che appare certo è che tale tassa avrà senza dubbio un impatto negativo sui conti di Enel, andando a ridurre l’utile per azione, i dividendi e gli investimenti che il gruppo aveva intenzione di effettuare.
Ne deriva che con ogni probabilità l’impatto negativo si avrà anche sulla controllata Enel Green Power, anche se al momento il management del gruppo non si è ancora pronunciato a riguardo soprattutto perché pare che allo studio vi sia una modifica del testo che prevede l’esclusione della Robin tax per le aziende che operano nel campo delle energie alternative. In ogni caso si stima che Enel Green Power potrebbe risentire ugualmente dell’impatto negativo che subirà la sua controllante.