Non mancano però segnali positivi. Gli esperti della banca d’affari sottolineano infatti un’accelerazione delle iniziative sui costi, una performance resistente in termini di finanziamento, una leggera diminuzione della dipendenza interbancaria netta e il miglioramento della solvibilità, con il core ratio in crescita in media di 30 bps su base trimestrale.
Tra le banche italiane gli analisti di Credit Suisse continuano a preferire Intesa Sanpaolo, su cui hanno rating “neutral” e target price rivisto da 1,35 a 1,40 euro. Tale valutazione, dunque, include un potenziale di upside del 20% riconducibile soprattutto all’elevata redditività, alla flessibilità del bilancio derivante dal finanziamento (in considerazione dei 36 miliardi di euro di fondi Ltro non utilizzati) e alle prospettive di capitale. Per contro, la banca italiana meno preferita è Banca Mps, su cui gli esperti hanno rating “underperform” e target price rivisto da 0,16 a 0,15 euro, soprattutto in considerazione del fatto che la sua solvibilità è ancora dipendente dall’iniezione del governo.
Su Unicredit, invece, gli esperti della banca svizzera hanno rating “neutral” e il prezzo obiettivo rivisto dal ribasso da 3,60 a 3,35 euro. La situazione dell’istituto di Piazza Cordusio è definita sfidante a causa di alcune questioni irrisolte in Italia, mentre il supporto dell’area Cee e della Germania, unito a maggiori sforzi a livello di costi, dovrebbero consentire a Unicredit di raggiungere un RoTBV del 4-5% nel 2013.
Infine, su UBI Banca è stato espresso rating “underperform” target price a 2,50 euro, con una visione positiva ma allo stesso tempo improntata alla cautela, soprattutto per quanto riguarda le prospettive a livello di redditività (4-5% per il 2014-2015).