Dopo l’aumento di capitale di RCS approvato dall’assemblea il mercato mostra tutti i suoi timori. Già in prima battuta dopo questa decisione gli investitori avevano portato RCS sui minimi a 9 mesi a causa dell’aumento di capitale iper-diluitivo e adesso i timori vengono ulteriormente scontati visto l’avvicinarsi della data del 17 giugno che darà il via a questa operazione. Nella scorsa settimana il gruppo RCS ha lasciato sul terreno, attraverso una consistente perdita del proprio prezzo di listino in borsa, ben il 20%.
Una forte bocciatura da parte degli azionisti che temono molto questa operazione iper-diluitiva. Le maggiori paure si concentrano sul fatto che il capitale sociale possa essere portato fino alla cifra record di 400 milioni di euro e che questo venga effettuato con un forte sconto. I dati di borsa odierni, alla riapertura delle contrattazioni settimanali a Piazza Affari, parlano di una ulteriore perdita del 7,33%, portando il prezzo per azione a 3,16 euro, che ha visto scambiare una quota di capitale pari allo 0,12%, che è passato di mano. Sono stati scambiati infatti una quantità minima di titoli: solo 130 mila pezzi di RCS, contro una media giornaliera dell’ultimo periodo di 30 giorni che ha visto scambiare ben 1,4 milioni di pezzi.
Resta quindi da capire quale sarà lo sconto che verrà applicato al momento dell’emissione delle nuove azioni. Gli investitori prevedono un forte sconto del prezzo del titolo tra il 65% e addirittura l’80%. Il rapporto di scambio sarà di tipo 3:20, cioè verranno date 3 nuove azioni in cambio di 20 del vecchio stock azionario: il tutto rappresenta secondo le previsioni un prezzo compreso tra gli 0,63 euro e gli 1,10 euro.
L’aumento di capitale è stato sottoscritto da quasi tutti i partner, pattisti e banche, ma ha fatto scalpore la notizia che la holding di casa Benetton, cioè la società Edizione non aderirà a questa sottoscrizione. Rimane comunque ferma l’intenzione da parte della famiglia Benetton di rimanere tra gli azionisti di RCS, mantenendo la quota del 4,8%. Non hanno ancora espresso le proprie decisioni sia l’azionista Rotelli, che detiene ben il 13% delle quote di RCS, sia la famiglia Della Valle, da poco entrata in RCS, che possiede l’8,7% dei titoli.
Rotelli ha comunque votato a favore dell’aumento di capitale durante l’assemblea degli azionisti, mentre i rappresentanti legali della famiglia Della Valle si sono opposti a questa operazione, in attesa di rivedere il piano industriale che aveva, a loro giudizio, elementi troppo ottimistici. Da qui la decisione di votare contro il corposo aumento di capitale. Altri dubbi erano emersi sul fronte del debito societario, che mostra un netto squilibrio di trattamento tra banche e azionisti.