Il gruppo, infatti, risulta molto esposto a questi fattori, come dimostra il crollo registrato dal titolo nel periodo che va da giugno a settembre 2011, quando a causa dell’aumento dello spread BTP-Bund e dell’intensificarsi dei timori sulla crisi del debito sovrano, nonché dei timori in merito a possibili interventi di carattere fiscale da parte del governo, il titolo è passato dagli oltre 15 euro di giugno ai poco più di nove euro di settembre.
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Nonostante le revisioni al ribasso attuate nel corso degli ultimi mesi, tuttavia, sono ancora numerosi gli esperti che continuano a consigliare l’acquisto del titolo. Tra questi figurano gli analisti di Deutsche Bank e quelli di Kepler, che mantengono rating “buy” sul titolo alla luce dell’elevata visibilità sui flussi di cassa nel medio-lungo periodo, nonché della crescita delle tariffe sulla base di investimenti già programmati garantita dal contratto di concessione.
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Gli analisti di Equita hanno invece recentemente portato il loro giudizio sul titolo da “buy” a “hold” alla luce dei timori su una possibile riduzione del traffico, mentre gli analisti di Banca Imi hanno recentemente confermato il rating “add” in quanto ritengono che siano stati definitivamente superati i rischi regolatori e che quindi Atlantia risulti sottovalutata rispetto ai suoi principali competitor.
Per analoghe motivazioni hanno confermato rating “outperform” gli esperti di Mediobanca e Cheuvreux, mentre al contrario giudizio negativo è espresso da Fidentis, che è recentemente passata da “hold” a “sell” in quanto ritiene che il rischio di riduzione del traffico sia sottostimato dal mercato.