La banca d’affari svizzera Credit Suisse continua a ritenere Eni una delle azioni della borsa italiana più interessanti per i prossimi mesi. Dopo la presentazione dei risultati relativi all’esercizio 2012, che hanno evidenziato un balzo dell’utile netto del 13,6% a 7,8 miliardi di euro, gli analisti dell’istituto di credito elvetico hanno ritenuto opportuno non effettuare alcuna modifica alle stime di utili per azione e di cash flow per il triennio 2013-2015. Stamattina, a Piazza Affari, le azioni del Cane a Sei Zampe evidenziano una perdita dello 0,62% a 17,58 euro.
Da inizio febbraio le azioni Eni sono finite nel mirino delle vendite, complice il profit warning di Saipem sugli obiettivi 2012-2013. Ad ogni modo, gli specialisti del Credit Suisse ritengono che la maggiore view sull’outlook sull’R&M e sull’E&P sia compensata dalle maggiori perdite del comparto Gas & Power, a causa delle forti pressioni sui margini di redditività e alle vendite deboli del gas in Europa.
La banca d’affari svizzera ha confermato la propria raccomandazione sul titolo petrolifero a “outperform” (farà meglio del mercato) con target price fissato a 21,2 euro. Credit Suisse ritiene che al momento il titolo del gruppo di San Donato Milanese sia sottovalutato del 20% rispetto al suo fair value. Dieci giorni fa le azioni Eni erano crollate addirittura a 17 euro.
Credit Suisse ha elencato poi i catalizzatori per il 2013: il programma di buyback stimato tra 1-2 miliardi di euro, cessione della restante quota dell’11% in Snam, potenziale vendita del 16% di Galp, l’appalto in Mozambico e la rinegoziazione dei contratti sul gas. Credit Suisse si aspetta un incremento dei volumi del 5% all’anno nel biennio 2014-2015, grazie all’avvio dei grandi progetti petroliferi come Kashagan e Goliat.