La caduta dei mercati azionari non è ancora terminata, malgrado i rialzi delle ultime due sessioni, secondo quanto prospettato dagli analisti di tutto il mondo. La volatilità non è ancora terminata per due ragioni principali.
Il primo: non vi è certezza su cosa la Federal Reserve, banca centrale degli Stati Uniti, deciderà di fare.
In secondo luogo: la svalutazione dello yuan cinese ha cambiato radicalmente le carte in tavola.
Erano molti gli investitori in tutto il mondo ad aver già scontato un rialzo dei tassi di interesse da parte della banca centrale americana. Tuttavia, una simile prospettiva è ormai in sgretolamento, mentre vari membri della Fed continuano a rilasciare dichiarazioni contrastanti.
Mercoledì, il presidente della Federal Reserve di New York, William Dudley, ha condiviso la sua visione dovish del contesto, definendo il rialzo dei tassi di interesse più complicato sulla scia delle dinamiche sui mercati globali.
Tuttavia, il presidente della Fed di Kansas City, Esther George, ha riferito di non essere così sicura che il forte ribasso dei mercati sia riuscito davvero a modificare la necessità di un rialzo dei tassi negli Stati Uniti.
Tra l’incertezza sulla tempista per il rialzo dei tassi USA si faccia prepotente laCina, che contribuisce a mantenere alta la volatilità nel breve termine.
La decisione di svalutare lo yuan cinese mostra una certa mancanza di competenza da parte del governo di Pechino.
Fino a che la situazione non sarà chiara, sarà difficile per il mercato rimbalzare dai livelli attuali.
Intanto, continuano a moltiplicarsi le opinioni di alcuni analisti secondo cui gli investitori hanno avuto una reazione esagerata alla mossa della Cina.