Moody’s è pronta a declassare l’Italia e non lo nasconde: anzi lo annuncia quasi senza mezzi termini, eseguendo una sorta di primo bilancio preventivo su quello che potrebbe essere il Governo che da lunedì, se venissero trovati accordi, potrebbe essere definitivo.
Il punto è uno: all’agenzia di rating non piace affatto il contratto che Lega e Movimento 5 stelle hanno creato. E non è difficile da comprendere il perché dato che vengono proposti molti cambiamenti in contrasto con la via delle riforme strutturali considerata maestra per far uscire l’Italia dalla crisi. L’ondata ribassista che ha colpito la scorsa settimana la Borsa Italiana ed i titoli di stato ha lasciato il segno e l’avvertimento da parte di Moody’s dell’avvio della procedura di revisione del rating dell’Italia, attualmente “Baa2″, potrebbe dare il colpo di grazia alla riapertura delle contrattazioni.
Al momento sono esclusi dal conteggio il rating a lungo termine dei bond in valuta estera e quello sui depositi, ora fissati rispettivamente a “Aa2” e “P-1” ed anche quello a lungo termine dei bond in valuta locale “Aa2”, ma l’Italia deve fare di tutto per tenersi lontana dai ranking junk: la Bce infatti non acquista titoli di stato da membri con rating spazzatura. E se l’appoggio in tal senso dell’Europa dovesse mancare sarebbero guai per l’italia. La procedura è partita per due motivazioni specifiche:
- il potenziale indebolimento dei conti pubblici per via del piano di spesa annunciato dal nuovo governo,
- rischio di stallo del programma di riforme strutturali in atto e l’abolizione delle norme già varate come quella delle pensioni.
L’agenzia di rating si prenderà il tempo necessario per analizzare l’effettivo operato del Governo entrante al fine di dare una valutazione il più corretta possibile: è necessario prestare attenzione.