Intesa Sanpaolo ha fatto registrare un utile trimestrale migliore del previsto: la banca ha infatti chiuso il primo trimestre con un utile netto di 901 milioni di euro, raggiungendo un 11,78% in più rispetto agli 806 milioni dello stesso periodo del 2016.
Contestualmente l’utile è ammontato a 1,183 miliardi di euro rispetto a quello atteso di circa 780 milioni di euro. Cosa è accaduto? A contribuire a questo successo ci hanno pensato i proventi operativi netti cresciuti dello 0,6% a 4,2 miliardi grazie all’incremento del 3,3% del margine di interesse a 1,8 miliardi mentre le commissioni sono calate a 1,85 miliardi. Anche il miglioramento della qualità del credito ha aiutato in tal senso, essendo scesi rispetto all’ultimo trimestre del 2016 i crediti deteriorati di un ottimo 20%. Gli 1,2 miliardi raggiunti rappresentano infatti il livello più basso degli stessi da quando è nato il Gruppo.
I dati sono superiori ai target minimi fissati dalla Bce per il 2017 dopo lo Srep (9,25% a regime e 7,25% transitional) e questo può portare Intesa Sanpaolo a sperare in risultati ancora migliori nel corso dei prossimi mesi: tra l’altro nel secondo semestre è prevista la contabilizzazione della plusvalenza netta di circa 800 milioni di euro derivante dalla cessione di Allfunds, nonché l’impegno alla distribuzione di 10 miliardi di euro di dividendi complessivi.
Il punto, come spiega l’amministratore delegato Carlo Messina è quella di remunerare gli azionisti “in maniera consistente e sostenibile, con un programma di 10 miliardi nei quattro anni del piano in corso. E non bisogna dimenticare che quelli raggiunti sono risultati ottenuti in un contesto economico molto difficile. Ed ha sottolineato:
La riduzione dei crediti deteriorati mostra risultati rilevanti: negli ultimi 18 mesi, lo stock lordo è diminuito di 7,5 miliardi di euro e le coperture sono aumentate. I flussi dei crediti deteriorati sono ai valori minimi dalla creazione di Intesa Sanpaolo.