Quindi l’indebitamento consolidato del gruppo Fiat-Chrysler nel 2010 è considerato sostenibile e non desta nessuna preoccupazione anche in relazione al prossimo futuro.
Gli analisti hanno considerato per l’anno in corso per quanto riguarda Fiat un utile netto atteso compreso nel range tra 320 e 480 milioni di euro, mentre l’utile netto atteso per Chrysler dovrebbe attestarsi tra i 90 ed i 400 milioni. L’indebitamento complessivo dovrebbe essere compreso, nella ipotesi più negativa, tra i 5 e 7 miliardi, e quindi considerando un margine operativo di oltre il 3%, Fiat è senz’altro in una posizione migliore ad esempio dei concorrenti francesi.
Per quanto riguarda Chrysler, sempre secondo gli analisti, deve senza dubbio migliorare, in quanto con un margine operativo del 3,5% conseguito nel primo trimestre, in rapporto ad esempio a quello di Ford che è pari all’8% circa, dovrà avere come punto di riferimento appunto l’andamento dei concorrenti americani.
Ovviamente tutti gli analisti sono concordi sul fatto che l’operazione Fiat-Chrysler voluta da Sergio Marchionne, è stata una scelta azzeccata sotto tutti i punti di vista, sia finanziario ma anche dal lato operativo, in quanto ora anche gli ultimi modelli della Chrysler sembrano riscuotere un maggior consenso da parte del pubblico.
Basta solo un dato: vendite aumentate del 20% da parte di Chrysler nei primi cinque mesi del 2011, rispetto allo stesso periodo del 2010.