Le borse europee, compresa quindi anche la nostra Piazza Affari di Milano, hanno chiuso la settimana in profondo rosso e le aspettative per la prossima non sono delle più rosee. Pare infatti che gli investitori europei ed internazionali siano stati parecchio delusi da parte di quanto successo a livello delle istituzioni europee. Il Consiglio Europeo è stato infatti alquanto deludente e ha lasciato molti investitori con l’amaro in bocca.
Le borse europee non sono riusciti nemmeno a sintonizzarsi al positivo sentiment dei mercati e infatti la Borsa di Milano ha concluso l’ultima seduta settimanale con un ribasso dell’ 1,24% a quota 15.239 punti. Il quadro generale, nonostante non si prospetta nulla di buono per l’apertura della prossima settimana, è comunque rivolto verso la ripresa economica e la crescita quindi del valore dei titoli.
Questo perché nonostante tutto ieri sono giunte delle nuove rassicurazioni sul perseguimento di strategie accomodanti da parte della Federal Reserve americana. Decisione che in un mercato globale influenza positivamente anche tutti gli investitori europei e di riflesso le stesse borse.
Il numero uno della Federal Reserve di New York, William C. Dudley, ha dichiarato che gli acquisti di titoli continueranno nel caso in cui le condizioni del mercato del lavoro dovessero essere meno favorevoli rispetto alle prospettive analizzate e previste dal Fomc. In questo senso Wall Street, dopo un avvio difficile non ha nemmeno considerato le indicazioni negative provenienti dall’economia domestica.
Lo spread ha chiuso una settimana di contrattazioni piuttosto nervosa in area 280 punti. Le borse hanno però assistito a copiose vendite sul settore bancario. Banco Popolare ha perso il 4,39% a 0,904 euro, BPM il 2,57% a 0,307 euro, Ubi Banca il 3,67% a 2,782 euro, Unicredit il 3,38% a 3,598 euro, Intesa SanPaolo il 2,15% a 1,231 euro e Monte dei Paschi il 2,55% a 0,195 euro.
Anche Fiat perso ben il 2,72% a 5,37 euro dopo la dichiarazione di John Elkann che ha parlato del bilancio degli ultimi dieci anni dell’azienda automobilistica torinese.