Se lo si considera in termini assoluti, invece, l’utile del trimestre si è attestato a 4,4 miliardi di dollari mentre i ricavi sono stati pari a 24,3 miliardi. Di questi, in particolare 5,4 miliardi sono arrivati dall’investment bank, 7,6 miliardi da servizi finanziari retail e 4,3 miliardi dalle carte. Il Tier I al 30 settembre 2010 è risultato essere pari a 9,5%.
Il giro d’affari complessivo ha raggiunto quota 24,3 miliardi, in crescita del 23% rispetto al terzo trimestre 2009 e in calo dell’8% rispetto al secondo trimestre 2010.
Nel periodo in esame gli accantonamenti per perdite su crediti sono stati di 3,233 miliardi, un dato che non accenna a migliorare. A confermarlo è il ceo Jamie Dimon, secondo cui se le condizioni economiche peggiorano, le perdite sui crediti da mutui potrebbero aumentare ulteriormente nel corso dei prossimi mesi.
Lo stesso Dimon, tuttavia, ha sottolineato come nel corso dello scorso trimestre è stato registrato un trend positivo del credito, che ha contribuito al raggiungimento di risultati migliori sia rispetto allo scorso anno che alle previsioni degli analisti. Il commercial banking, in particolare, ha registrato un fatturato record, mentre l’Asset Management ha mostrato afflussi per 38 miliardi dollari.