Titoli settore energetico in calo per Robin Hood tax

A Piazza Affari i titoli del comparto energetico registrano una pesante flessione per via dell’estensione a tale settore della cosiddetta Robin Hood tax prevista dalla manovra sul pareggio predisposta dal Governo.

Le aziende che rientrano in tale settore, che tra le altre cose nel corso degli anni scorsi sono state colpite da pesanti rincari fiscali, per tre anni d’imposta a partire da quello in corso subiranno un incremento di quattro punti percentuali dell’addizionale Ires sui bilanci.


La stessa manovra prevede anche un ampliamento della platea di soggetti colpiti dalla scure dell’erario. Attualmente, infatti, l’addizionale Ires è dovuta dalle aziende che conseguono ricavi superiori a 25 milioni di euro, mentre d’ora in avanti saranno soggette al pagamento tutte quelle imprese i cui ricavi supereranno i 10 milioni di euro.

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Il ministro dell’economia Giulio Tremonti nel corso di un suo intervento ha però tranquillizzato i consumatori, ricordando che la norma prevede che le aziende del settore energetico non potranno in alcun modo trasferire il maggior onere derivante dalla Robin Hood tax sui prezzi al consumo.

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Stamane sul listino milanese il titolo Enel segna una flessione di oltre tre punti percentuali a 3,498 euro, il titolo Snam Rete Gas registra una flessione che supera addirittura i nove punti percentuali a 3,342 euro, mentre Terna perde oltre otto punti percentuali a 2,644 euro.

Il calo registrato dai titoli riflette le parole pronunciate dopo l’approvazione della norma dal presidente dell’Unione petrolifera Pasquale De Vita, secondo cui la Robin Hood tax deprime gli investimenti e frena la razionalizzazione della filiera.