La decisione è stata prese a seguito dell’approvazione del secondo piano di aiuti da parte di Bruxelles. Tale piano, ricordiamo, include il coinvolgimento del settore privato che, come ha sottolineato l’Eurogruppo, comporterà un taglio del 53,5% del valore nominale dei loro crediti, lasciando quindi intendere che la Grecia adotterà le clausole di azione collettiva.
Proprio il coinvolgimento del settore privato è la motivazione addotta dall’agenzia di rating a sostegno della decisione di declassare il giudizio a lungo termine della Grecia. Secondo gli analisti, infatti, si tratta di un’azione che equivale ad un default certo, dal momento che costringe tutti i creditori ad accettare lo swap, quindi di fatto non si configura come un’azione volontaria. Se tale azione sarà confermata, secondo l’agenzia USA, l’inevitabile conseguenza sarà un rating “restricted default”.
► DEFAULT GRECIA A BREVE SECONDO FITCH RATINGS
Secondo Fitch, dunque, il default della Grecia è più che probabile nel breve periodo, un’ipotesi che rischia di riaccendere i timori sulla crisi del debito sovrano e sulle conseguenze che potrebbe avere un evento del genere sull’andamento dell’intera economia del Vecchio Continente, sui mercati e sull’andamento delle divisa europea.
Del resto la posizione dell’agenzia statunitense nei confronti della Grecia non è nuova. Edward Parker, managing director di Fitch Ratings, lo scorso gennaio aveva infatti previsto un ulteriore prolungamento della crisi del debito sovrano e un default della Grecia entro breve, probabilmente già nel corso della prima parte del 2012.