Di conseguenza anche il greggio soffre questa tendenza, in scia alle aspettative di riduzione della domanda nei prossimi mesi. Intanto, in Norvegia il governo di Oslo ha messo fine agli scioperi che dal 26 giugno scorso frenavano la produzione del colosso locale Statoil, contribuendo a deprimere ulteriormente le quotazioni. Sui mercati c’è ora grande attenzione verso la comprensione dello stato di salute dell’economia mondiale, in quanto si possono ottenere indicazioni sull’andamento futuro dei consumi.
Nel suo ultimo rapporto sul settore petrolifero, Commerzbank ha abbassato le stime sul prezzo medio del petrolio Brent per l’anno in corso. L’istituto bancario tedesco ha ridotto il target price a 110 dollari al barile da 115 dollari, mentre per il 2013 la stima è scesa a 115 dollari da 120 dollari.
Secondo Commerzbank il mercato petrolifero continuerà a soffrire l’ampiezza dell’offerta, che potrebbe ostacolare oni tentativo di rimbalzo dei prezzi. Lo scorso 28 giugno il greggio americano ha sfiorato quota 77 dollari, mentre il Brent è atterrato a 89 dollari lo scorso 21 giugno.