La decisione dell’agenzia di rating ha inevitabilmente influito in maniera negativa sull’andamento dei titoli appartenenti al comparto bancario. Intesa Sanpaolo, che sconta anche l’aumento di capitale partito ieri, registra infatti una flessione dell’1,77% a 1,664 euro, mentre Mediobanca arretra dello dello 0,67% a 7,36 euro. In forte calo anche Banca Monte dei Paschi di Siena, che perde oltre due punti percentuali a quota 0,8375 euro.
Standard & Poor’s ha motivato la sua decisione spiegando che nel caso di Intesa Sanpaolo il taglio è stato effettuato alla luce del fatto che l’istituto guidato da Corrado Passera si ritrova a scontare il rischio del paese a cui appartiene, ossia un rischio economico che l’agenzia definisce come più elevato della media Ue, nonché asset qualitativamente inferiori rispetto a concorrenti simili in Europa. Non mancano però dei punti a favore, tra cui la leadership del marchio nel mercato domestico, l’elevata diversificazione di business e la buona posizione a livello di liquidità.
Per Mediobanca, invece, ad incidere negativamente è soprattutto un profilo degli impieghi vulnerabile al rischio di eventi e un portafoglio equity che risente della volatilità dei mercati dei capitali, pur riconoscendo a suo favore la solidità di capitale e l’esperienza accumulata nella gestione dei rischi sia di credito che di mercato.