Gli esperti della banca d’affari elvetica, infatti, stimano che il prezzo del brent sarà di 115 dollari al barile a fine 2013 e di 105 dollari a barile nel dicembre 2014, quindi con una previsione che per il 2013 è superiore rispetto a quella fornita dal consensus.
Gli analisti di Credit Suisse hanno motivato le loro previsioni spiegando che con ogni probabilità l’Arabia Saudita cercherà di modificare la sua offerta al fine di limitare il rischio di un eccessivo ribasso del prezzo. La maggior parte della produzione Opec in eccesso del 2013 è infatti nelle mani dell’Arabia Saudita e in considerazione del fatto che il breakeven del budget del governo saudita sta crescendo fino a quota 115 dollari al barile, il Paese è fortemente motivato ad aggiustare l’offerta in modo tale da evitare che il livello del prezzo scenda oltre una certa soglia.
Altro motivo fornito dagli analisti riguarda la domanda proveniente dalla Cina, che rappresenta il 12% del quantitativo globale richiesto, pertanto il rallentamento della crescita del Paese asiatico inciderà in misura minore sulla quotazione del greggio rispetto all’impatto che avrà su altre materie prime.
Gli analisti hanno inoltre ricordato che l’andamento del prezzo del petrolio è influenzato dall’incertezza politica, che è destinata a rimanere alta a livello internazionale. Infine, il prezzo del Brent rispetto a quello delle altre commodity industriali è già ai minimi degli ultimi due anni, circostanza che ne limita le possibilità di ulteriore discesa.