Il mercato forex non è risultato particolarmente direzionale con il dollaro americano che non ha mostrato un andamento unidirezionale contro le principali altre valute, confermandoci l’assenza di correlazioni sia intermarket che intramarket, tra valutario e listini azionari.
Non abbiamo infatti registrato situazioni particolari di propensione o di avversione al rischio, durante le quali si andava a verificare la dicotomia tra dollaro americano acquistato in casi di borse in discesa e viceversa, spiega Matteo Paganini di DailyFx. Sui listini, sostenuti dalla liquidità che caratterizza la maggior parte dei portafogli d’investimento, abbiamo assistito alla formazione di nuovi livelli di massimo relativi e le materie prime sono rimaste sotto pressione, con l’oro pericolosamente avvicinatosi a livelli di supporto che se superati su base giornaliera potrebbero accompagnare i prezzi del metallo giallo su lidi più lontani, a partire da 1,250.00 dollari/oncia.
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Rimaniamo concentrati su tutti i punti sopra esposti a parte prendere atto dell’allontanamento importante dell’oro dai livelli di supporto citati, che rimangono comunque in pericolo se consideriamo la configurazione grafica e le attese di inflazione globale ed alla partenza di quelle che abbiamo visto essere correzioni delle borse in seguito a rumor circa la crisi tra Russia ed Ucraina in grado di mantenere sotto pressione il petrolio ma di portare il metallo giallo ad essere utilizzato come difesa e rifugio una volta estratti flussi di capitale dalle borse. Nulla di strutturale, tant’è che rimaniamo convinti dell’assenza totale di correlazioni stabili, cosa che nell’arco del brevissimo termine (qualche giornata e non di più), può assumere diverse forme (giovedì oro bene rifugio, adesso vedremo se sarà il turno del dollaro, rifugio o finanziatore).