Le ultime due misure, tuttavia, secondo Draghi sono le opzioni peggiori, a suo avviso quella preferibile rimane la ricapitalizzazione, pur riconoscendo che gli azionisti non sono sempre ricettivi in merito alle operazioni aventi ad oggetto l’aumento del livello di capitale, soprattutto in un contesto macroeconomico complicato come quello attuale.
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Per evitare il peggio, secondo Draghi, occorre quindi una collaborazione congiunta delle autorità pubbliche, che devono fare il possibile per attenuare l’impatto sull’economia reale, e delle banche, che devono prendere in seria considerazione la possibilità di includere la riduzione o addirittura l’eliminazione temporanea dei dividendi tra le misure da adottare per rafforzare il loro patrimonio.
Nel corso del suo intervento il presidente della Bce ha poi sottolineato che gli acquisti di titoli da parte della Banca centrale europea non sono né eterni e né infiniti, definendo inoltre le agenzie di rating solo un imput addizionale alla pari di tanti altri, per cui non c’è alcuna necessità di agire immediatamente dopo un loro giudizio.
A suo avviso per uscire dalla crisi sono assolutamente indispensabili delle riforme strutturali da parte di ciascun singolo paese europeo, in particolare i governi devono necessariamente annunciare le azioni che intendono intraprendere per migliorare la loro condizione. Solo in questo modo, secondo Draghi, la crisi sarà di breve durata.