L’Arabia Saudita chiede aiuto per il sostenimento del prezzo del petrolio. Il primo rimo esportatore mondiale di questa materia prima ha chiesto un “quadro di cooperazione” a lungo termine tra l’Opec e i Paesi che non fanno parte del cartello petrolifero.
La richiesta è arrivata in occasione di una conversazione con la stampa in vista di una riunione del Comitato ministeriale congiunto per il monitoraggio (Jmmc) che si riunisce oggi a Mascate in Oman. Il Jmmc, va ricordato, riunisce i firmatari dell’accordo globale del 2016 sul taglio della produzione di greggio e più nello specifico sia membri dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) sia Stati che non fanno parte del cartello. Il ministro saudita dell’energia Khaled Al Faleh ha preso la parola ed ha spiegato:
Non dobbiamo limitare i nostri sforzi alle quote di produzione nel 2018. Dobbiamo parlare di un quadro per la nostra cooperazione a lungo termine.
L’esperto non ha mancato ovviamente di fare un quadro della situazione più completo in quanto alla produzione dell’oro nero spiegando che la domanda di compenserà l’aumento della produzione di petrolio da scisti sottolineando che l’aumento avrà a che fare con un grande mercato e quindi la situazione dovrebbe presto equilibrarsi con la crescita della domanda che verrà a crearsi. Sottolineando qualcosa di molto importante: il ministro saudita infatti sostiene che l’attuale prezzo del petrolio non inciderà sulla domanda e che allo stesso tempo molto difficilmente l’eccesso di offerta verrà riassorbito nella prima metà del 2018.
La situazione attuale? Dall’accodo sui tagli del 2016 l’offerta è effettivamente scesa da 340 a 120 milioni di barili.