Perché la Germania è a rischio crack secondo George Soros

Secondo gli economisti dell’istituto newyorkese di ricerca economica INET (Institute for New Economic Thinking), presieduto dal famoso speculatore George Soros e composto tra gli altri da premi Nobel per l’economia come Joseph Stiglitz, Andrew Michael Spence e Amartya Sen, la Germania sarebbe a rischio crack nel caso in cui non dovesse accettare la monetizzazione del debito da parte della BCE. Una settimana fa era stato già diffuso un report dove si evidenziava un’Europa sull’orlo della catastrofe, con tanto di depressione e disintegrazione dell’unione monetaria.

Euro finirà se esce un paese membro secondo Galbraith

L’economista James Galbraith, 60 anni, docente all’Università del Texas, ritiene che nella zona euro con il solo rigore i rischi stanno aumentando e che l’euro rischia di disintegrarsi se solo un paese dovesse uscire dall’unione monetaria. Galbraith, figlio di John Kenneth, famoso critico della crisi del ’29 e organizzatore del piano Marshall, ritiene che la parola d’ordine ora più che mai deve essere “solidarietà”. Secondo l’economista “bisogna dare ai paesi più indebitati, Italia, Spagna, Grecia, la possibilità di rinegoziare, allungare, rimodulare, i debiti”.

Spread BTP-Bund sale oltre 520 punti

Dopo il venerdì nero, stamane i timori degli analisti si sono avverati: Piazza Affari ha infatti aperto la seduta con un vero e proprio tonfo, basti pensare che l’Ftse Mib ha perso nelle prime battute oltre il 2% a 12.818 punti. Anche oggi la pioggia di vendite si concentra principalmente sui titoli del comparto bancario, alcuni dei quali sono stati addirittura sospesi per eccesso di ribasso.

Nelle altre piazze europee, tuttavia, le cose non vanno meglio. Madrid ha aperto in deciso calo, con l’Ibex 35 che segna -2% a 6.121,4 punti, a Francoforte il Dax perde l’1,26%, mentre a Parigi il Cac 40 cedel’1,60%.

Euro in pericolo secondo FMI

Secondo il Fondo Monetario Internazionale l’esistenza dell’euro è in pericolo e la risposta più efficace per allontanare lo spettro di una disintegrazione dell’unione monetaria sta in una “maggiore integrazione bancaria e fiscale”. Secondo l’istituto di Washington, la BCE guidata da Mario Draghi dovrebbe avere un ruolo attivo nella gestione dell’emergenza riducendo nuovamente i tassi di interesse, ma anche “facendo iniezioni di liquidità per le banche, acquistando titoli sovrani che devono essere chiaramente annunciati e massicci quantitative easing”. Insomma, secondo il FMI, l’Eurotower dovrebbe seguire le orme di FED, BOJ e BOE.

Banche italiane ed enti locali bocciati da Moody’s

La scure dell’agenzia di rating Moody’s si è nuovamente abbattuta sull’Italia andando a colpire dieci istituti bancari e ben 23 enti locali.

La decisione è stata presa a fronte del taglio del rating dei titoli di Stato italiani attuato la scorsa settimana, quando ricordiamo l’agenzia statunitense aveva comunicato di aver portato il suo giudizio sui titoli governativi del Bel Paese da “A3” a “Baa2” (per maggiori informazioni leggi “Scala rating Moody’s“).

Primato nel consumo di petrolio ai paesi emergenti dal 2013

L’Agenzia internazionale per l’Energia (Aie) ha annunciato, nel suo recente rapporto mensile, che per la prima volta nella storia i consumi di petrolio dei paesi emergenti supereranno quelli dei paesi più industrializzati a partire dal 2013. Sarà una svolta davvero epocale, che cambierà sempre di più la geografica dei rifornimenti energetici. La novità è attesa da tempo, visto che i paesi emergenti – soprattutto Cina, India e Brasile – si stanno sviluppando a ritmi altissimi rispetto alle economie mature.

Yen sale dopo mosse della Bank of Japan

Stanotte la Bank of Japan (BoJ) ha mantenuto, come da attese, i tassi di interesse fermi nel range tra lo 0% e lo 0,1%. Sono stati ridotti invece i tassi di interesse per l’acquisto dei bond governativi di breve termine. Si tratta di una mossa che rivela l’intenzione di appiattire la curva dei rendimenti. Non a caso il rendimento del JGB a 10 anni è sceso sui minimi dal 2003 allo 0,76%. La BoJ ha poi incrementato il programma di acquisto di asset di altri 5mila miliardi di yen.

Fitch conferma rating Stati Uniti AAA

L’agenzia di rating Fitch ha deciso di confermare il giudizio di massima affidabilità creditizia per gli Stati Uniti d’America, ma il rischio di un futuro downgrade non è stato scongiurato. Infatti, Fitch Ratings ha mantenuto l’outlook a “negativo”, che presuppone una possibilee revisione al ribasso nei successivi trimestri. Le prospettive negative non riguardano tanto l’incertezza politica, dovuta alle imminenti elezioni, bensì al quadro economico globale che resta ancora tutto da decifrare. Secondo Fitch l’economia americana resta in buona salute.

L’euro non cesserà di esistere secondo “G20 degli economisti”

Nel summit annuale di Chicago, l’International Conference of Commercial Bank Economists – il club che riunisce i capieconomisti delle prime venti banche commerciali del mondo – ha discusso per tre giorni sulle prospettive dell’economia mondiale. Il focus è stato centrato sulla zona euro. I banchieri ritengono che non ci sarà alcun break-up dell’euro, ma la recessione in Europa potrebbe durare diversi anni. L’unico economista italiano presente a Chicago è stato Gregorio De Felice, chief economist di Intesa SanPaolo.

Prezzo medio Petrolio Brent a 110$ nel 2012 secondo Commerzbank

Il prezzo del petrolio è inserito in una fase di forte volatilità. Venerdì il trend è stato decisamente ribassista, a seguito della pubblicazione del dato sui non-farm payrolls. Tuttavia, negli ultimi giorni le oscillazioni sono state molto violente. Il petrolio Brent con scadenza agosto, quotato al Nymex, è sceso sotto 98 dollari al barile, mentre il Light Crude Oil è tornato in area 84 dollari al barile. Le pressioni ribassiste avvengono dopo il dato sul mercato del lavoro negli USA, che ha evidenziato una fase di rallentamento dell’economia americana.