Regno Unito rating Tripla A tagliato da Moody’s

L’agenzia di rating Moody’s ha deciso di tagliare il giudizio di massima affidabilità creditizia del Regno Unito, declassando il rating sovrano di Sua Maestà da “Aaa” ad “Aa1”. Si tratta del primo downgrade degli ultimi 35 anni, che riflette l’attuale difficoltà dell’economia britannica di venir fuori da una prolungata fase di recessione e di mettere a posto le finanze pubbliche. L’outlook assegnato da Moody’s è però “stabile”, per cui non sono in vista ulteriori declassamenti. La perdita della prestigiosa “Tripla A” era comunque attesa da tempo.

Euro sui minimi a 6 settimane sul dollaro sotto 1,32

E’ un momento negativo per la moneta unica, che risente dei segnali poco incoraggianti provenienti dagli indicatori macroeconomici dell’area euro e dell’incertezza sulle prossime scelte della Fed in tema di politica monetaria. Inoltre, a questo si aggiunge il nervosismo degli investitori per la tornata elettorale in Italia, dove si teme una clamorosa deriva populista e quindi anti-europeista in caso di vittoria di Berlusconi o Grillo. Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro è crollato ieri a 1,3160, sui minimi più bassi delle ultime 6 settimane.

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Euro crolla sotto 1,3250 dollari dopo minute della Fed

Iera sera dai verbali dell’ultima riunione della Fed, avvenuta il 29 e 30 gennaio, è emerso che diversi esponenti del Fomc, ovvero il braccio operativo dell’istituto monetario di Washington, stanno facendo pressione per fermare il piano di allentamento monetario prima del previsto. Nella prossima riunione del 19 e 20 marzo prossimo si discuterà, quindi, di un possibile cambio di strategia di politica monetaria. Attualmente il piano di quantitative easing della Fed prevede l’acquisto di titoli di stato e bond garantiti da mutui per 85 miliardi di dollari al mese.

Sterlina crolla sui minimi a 8 mesi sotto 1,53 dollari

Non si ferma la corsa al ribasso della sterlina, che sui mercati valutari ha aggiornato nuovi minimi di periodo su dollaro americano ed euro. A pesare sull’andamento del pound non è solo la debolezza dell’economia britaannica, bensì la spaccatura all’interno del Comitato per la politica monetaria della Bank of England in relazione alla possibilità di aumentare o meno il piano di quantitative easing. Dai verbali dell’ultima riunione della BoE è emerso, infatti, che non c’è unanimità sulla volontà di mantenere il piano di stimolo monetario a 375 miliardi di sterline.

Euro supera 1,34 dollari sul forex grazie a Zew tedesco

Nella giornata di ieri l’indice tedesco Zew ha sorpreso il mercato. L’indice che misura le aspettative economiche in Germania ha evidenziato un risultato nettamente superiore alle attese, ma soprattutto un valore che non si vedeva dal 2010. Le borse europee hanno festeggiato la ripartenza dell’economia tedesca, mettendo a segno rialzi interessanti. Sul forex l’euro ha ripreso slancio e guadagnato terreno su dollaro e sterlina, mentre è più incerta la situazione rispetto allo yen che negli ultimi giorni sembra poter rimbalzare dopo le pesanti vendite delle ultime settimane.

Zew tedesco balza ai massimi dal 2010

A sorpresa l’indice tedesco Zew, che misura le aspettative sull’economia della Germania, a febbraio è balzato sui livelli più alti dal 2010. Gli analisti finanziari si aspettavano un dato migliore rispetto a gennaio, ma non fino a questo punto. L’indice Zew è salito a 48,2 punti, mentre il mese scorso si era attestato a 31,5 punti. Le stime di consenso erano per un incremento fino a 35 punti. Ad ogni modo si tratta del terzo rialzo mensile consecutivo. Sul forex l’euro resta stabile nei confronti di dollaro e yen.

G-20 non ferma la svalutazione dello yen

La riunione del G-20, tenutasi a Mosca sul finire della scorsa settimana, non ha portato a nessuna critica nei confronti della politica monetaria ultra-espansiva del Giappone. I leader del G-20 hanno concluso il meeting affermando che la guerra delle valute non esiste, anzi secondo Mario Draghi si tratta di un concetto fin troppo eccessivo. A conti fatti il G-20 non ha posto paletti alle strategie del paese del Sol Levante, che continuerà a portare avanti la sua politica di svalutazione competitiva dello yen per combattere la deflazione.

Forex euro/dollaro ai minimi da tre settimane verso 1,33

Il tasso di cambio euro/dollaro continua a evidenziare un andamento lateral-ribassista di breve periodo e attualmente scambia in area 1,3330 in questo inizio ottava sui mercati internazionali delle valute. Dalla riunione del G-20 di Mosca non sono arrivate dichiarazioni particolarmente rilevanti sul tema della “guerra delle valute” e quindi sulla sopravvalutazione dell’euro o l’eccessiva svalutazione dello yen. Banchieri centrali e ministri finanziari hanno liquidato la questione, affermando che la guerra valutaria semplicemente non esiste. Sul forex l’euro resta debole nei confronti del dollaro americano.

Euro debole sul forex per timori sull’economia europea

A partire da ieri mattina sono tornate le vendite sull’euro, che sui mercati valutari è tornato a perdere valore nei confronti delle principali valute mondiali. A mettere un freno al rally della moneta unica non sono, però, i dibattiti sulla cosiddetta “guerra valutaria” bensì motivazione di carattere fondamentale. Ieri sono stati pubblicati i dati macroeconomici relativi ai pil dei principali paesi della zona euro (Germania, Francia, Italia). I risultati sono stati deludenti e inferiori alle attese, senza contare che nell’ultimo trimestre del 2012 c’è stata una contrazione dell’economia su valori negativi.

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Euro verso 1,33 dollari dopo dati macro negativi

Giornata molto negativa per l’euro sui mercati internazionali, a causa della pubblicazione di una serie di dati macroeconomici che sono risultati negativi e inferiori alle attese degli analisti. In mattinata erano stati pubblicati i dati preliminari sul pil di Francia e Germania, che hanno evidenziato una flessione peggiore del previsto nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Poi è toccato al pil dell’intera area euro. Nel quarto trimestre 2012 il pil dell’Ue-17 è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2011.