Le dichiarazioni rilasciate nel corso di un’intervista pubblicata sul quotidiano La Repubblica non lasciano dubbi, Roubini ha infatti espresso un forte pessimismo per la situazione attuale, in particolare ha affermato che l’economia statunitense ha già iniziato a rallentare, mentre in Europa la recessione interessa già ben 5 stati, ossia Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia e Spagna.
A riguardo Roubini ha spiegato che è molto elevata la probabilità che entro breve sia Italia che Spagna perdano la capacità di rivolgersi ai mercati del credito.
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A rischio anche la Gran Bretagna, dove l’attività è ormai piatta da ben tre trimestri, mentre secondo Roubini la ripresa del Giappone dipenderà in larga parte dalla ricostruzione del dopo terremoto. La situazione appare inoltre preoccupante per i paesi emergenti, in quanto si tratta di paesi che hanno registrato un rallentamento proprio nel momento in cui stavano tornando a crescere.
La visione espressa da Roubini non sembra però essere condivisa da Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group, che nella stessa intervista ha affermato che, sebbene l’impressione sia diversa, non si sta entrando in una nuova recessione. Nonostante questa sua convinzione, Bremmer si è detto molto preoccupato in quanto a suo avviso il contesto politico globale non sarebbe in grado di reagire agli shock nel caso in cui si dovesse ripetere una crisi di entità pari a quella del 2008.