L’agenzia di rating Moody’s ha deciso di promuovere le banche americane, alzando il giudizio sul settore a “stabile” da “negativo”. Non accadeva dal 2008. Il maggiore ottimismo di Moody’s viene spiegato dalla stessa agenzia, che sottolinea la possibilità per le banche statunitensi di lavorare in un ambiente operativo in miglioramento e di non doversi più preoccupare di rischi eccessivi legati alla frenata dell’economia a stelle e strisce. Nel report “Banking System Outlook: United States of America”, Moody’s ha dichiarato di attendersi una crescita del pil Usa tra l’1,5% e il 2,5% per il biennio 2013-2014.
Nello stesso arco di tempo l’agenzia di rating si aspetta un calo del tasso di disoccupazione in area 7%. Sean Jones, uno degli autori del rapporto, ha spiegato che “una crescita sostenuta del pil e condizioni occupazionali in miglioramento aiuteranno le banche a proteggere i loro stessi bilanci, ora più solidi”. Secondo l’esperto di Moody’s, “le banche americane sono ben posizionate per affrontare un nuovo eventuale rallentamento dell’economia”.
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Questo perché negli ultimi anni le banche americane hanno lavorato molto sulla riduzione dei costi del credito e sul rafforzamento del proprio patrimonio. Secondo Moody’s, bassi livelli dei tassi di interesse consentiranno al settore bancario Usa di realizzare ancora una buona performance nei prossimi 12-18 mesi. Intanto, però, il rendimento dei Treasury Bond inizia a salire pericolosamente.
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Ieri i tassi decennali hanno toccato quota 2,11%, ai massimi da aprile 2012. Secondo i trader obbligazionari, il prossimo livello-chiave del rendimento dei T-Bond Usa è a 2,25%, che se superato potrebbe spingere i tassi fino al 2,4%. Il rialzo dei rendimenti potrebbe mettere a rischio anche la ripresa del settore immobiliare, che ieri ha visto i prezzi delle case crescere al ritmo maggiore degli ultimi 7 anni.