Continuano le riflessioni sull’euro, dal momento che ci avviciniamo sempre di più al meeting della Banca Centrale Europea più atteso di quest’anno. In attesa del 5 giungo dunque, stiamo ribadendo e concentrando le nostre considerazioni verso quelle che potrebbero essere dunque le auspicate decisioni in materia di politica monetaria attraverso le eventuali misure convenzionali e non. Come accennavamo a come un taglio del tasso di rifinanziamento principale di 10/15 punti base appare la decisione più verosimile, ma anche quella probabilmente meno efficace e in qualche modo scontata dal mercato.
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E le vendite di euro alle quali abbiamo assistito in questi giorni, seppure non particolarmente profonde, vanno infatti esaminate nell’ottica di aspettative che stanno andando già a scontarsi sul prezzo e che via via vengono metabolizzate dal mercato. Anche se, e va segnalato, prendendo a riferimento il benchmark eurodollaro, giovedi è stato il primo dopo diversi giorni in cui il cambio non è stato in grado di mettere a segno nuovi punti di minimo se si considera ininfluente un tentativo di qualche misero pip spiega Davide Marone di DailyFx. La seconda possibilità attiene invece al tasso di deposito, quello cioè di remunerazione per le banche commerciali quando conservano in seno alla BCE gli eccessi di liquidità overnight. Al momento questo tasso è a zero, per cui non vi è alcun interesse corrisposto per questo tipo di operazione che continua però ad essere ampiamente utilizzata in un contesto generale di crisi dove il problema centrale è la mancanza di fiducia tra gli agenti economici. Meglio dunque, dal punto di vista degli istituti di credito, depositare i fondi al sicuro anche se senza nessun ritorno, piuttosto che prestarli ad un’altra banca che a sua volta vive il rischio di controparte e che quindi è potenzialmente insolvente.