Il sentiment crescente tra gli operatori di mercato è legato a verosimili manovre che la BCE comunicherà nel meeting di Giugno, come anche lasciato intendere una settimana fa da Mario Draghi poco meno di una settimana fa.
Va premesso che il dato sull’inflazione dell’Eurozona risulta abbastanza determinante in questo senso, laddove un sostanziale stallo o persino nuovo calo dell’indice dei prezzi al consumo, di fatto rappresenterebbe il la all’interventismo di Francoforte. Ed in un mercato che sconta sui prezzi le aspettative ben prima dei fatti, ciò potrebbe essere già depressivo per il valore della moneta unica.
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Le armi in mano a Draghi ed al Governor Council sono naturalmente quelle del corridoio dei tassi, a cominciare dal tasso di rifinanziamento principale che potrebbe essere tagliato di 15 punti base a 0,10%, così come il tasso di deposito che potrebbe andare in territorio negativo per far sì che la liquidità parcheggiata alla BCE incominci a costare invece che a rendere. Inoltre sono possibili operazioni per garantire nuova liquidità al settore bancario, in una forma che tecnicamente può differire dai due LTRO già implementati spiega DailyFx. Sembrerebbe che in questo senso infatti ci sarebbe in un certo qual modo il benestare della BundesBank, da sempre sostenitrice di una politica monetaria il più possibile aderente al mandato della Banca Centrale Europea e scevra dall’implementazione di misure per così dire “non convenzionali”. L’istituto centrale tedesco sarebbe di fatto, e non è una novità, contrario a tipologie di intervento stile Quantitative Easing – espressione sorprendentemente utilizzata da Draghi nel meeting di Aprile e altrettanto sorprendentemente neanche lontanamente ventilata in quello di maggio – ma aperta alle possibilità sopra citate, compresi acquisti di asset backed securities. In questo scenario, le possibilità di ulteriori approfondimenti al ribasso per l’euro sussistono e tecnicamente questi appaiono piuttosto giustificati con la ricerca però dei punti tecnici che assicurino il miglior rapporto rischio-rendimento per poter vendere e contemplando pure possibili ampi ritracciamenti prima di nuovi sell-off.